Stavo rispondendo a una tumblrata di cfdp (già, come si può rendere in italiano “tumbrl”? “inkappare”?) quando mi sono accorto che stavo sbrodolando, e allora tanto valeva promuovere il tutto a una notiziola. Scriveva cfdp, probabilmente passando da Uord visto la proliferazione di e commerciali che mi sono uscite fuori nella citazione:
Ho una mania, un vizio che mi accompagna dalle elementari: distinguere fra accenti e apostrofi; così ho preso il perche’ dell’originale e l’ho trasformato in perché e tutte le terze persone dell’indicativo presente del verbo essere sono diventate è, mentre prima erano e’. Ricordo che una volta scrissi a Massimo e gli chiesi perché usasse gli apostrofi anche per le parole accentate, ricordo che mi diede una risposta che lì per lì considerai plausibile, ma non chiedetemi quale.
Mantellini vuole fare vedere che lui è un “old-timer” (anzi, no, via l’inglese inutile: un vecio). Anch’io vent’anni fa non usavo lettere accentate perché era impossibile sapere come il calcolatore di chi mi leggeva le avrebbe mostrate, e quindi scrivevo e` e perche` (con lo stesso carattere, perché dal mio punto di vista era meglio conservare la differenza tra accenti e apostrofi piuttosto che la differenza di suono, che tanto per me non esiste affatto. E poi, scusate, quando alle elementari scrivevo a mano mica li indicavo diversi, gli accenti!). Poi, una decina d’anni fa, ho deciso che gli standard iniziavano a coagulare, e forse potevo permettermi il lusso di passare alle lettere accentate. Tanto avevo imparato a memoria quali erano le parole con la é acuta. Intendiamoci, ogni tanto continuano ad arrivarmi email passate attraverso qualche tunnel della paura (gateway su mainframe IBM, insomma) oppure Macintosh malsettati, le cui lettere accentate sono molto buffe: ma non si può avere tutto dalla vita.
Immagino appunto che Massimo abbia poca fiducia, oppure sia un pigrone :-)
Ultimo aggiornamento: 2008-02-21 09:37
Abitudine sedimentata nei secoli alla tastiera americana.
Io non so dove sono le accentate, uso il layout americano anche sui portatili con la tastiera italianizzata (perche’ l’italiana sarebbe la qzerty giusto?)
@luca: nì. La tastiera QZERTY la si usava negli anni ’80, ed era quella delle macchine per scrivere (sapessi le volte in cui ho scritto relawione da pischello universitario per la prima volta davanti a una tastiera di computer). Adesso la tastiera è QWERTY, ma ha le accentate al posto di quei caratteri inutili come parentesi quadre e graffe.
Detto questo, io continuo a usare una tastiera americana virtuale, in versione “internazionale”: le lettere accentate le scrivo come accento+lettera, e l’apostrofo come apostrofo+spazio. Non è quello il problema :-)
La seconda che hai detto. Vecchie abitudini e pigrizia. Mia moglie mi insulta spesso per virgole accenti e punteggiatura, ora ti ci metti anche tu.
Anche io le usavo fino a qualche tempo fa, soprattutto nelle mail e nei post sui NG. Poi me la sono trascinata sul blog piuttosto che usare &vocale+accento; che era di digitazione più lenta (lo uso ancora per le maiuscole accentate).
Ora anche sul blog uso le accentate normali pur avento visto Mantellini continuare imperterrito alla vecchia maniera.
Quello che caratterizza maggiormente Massimo però è il titolo del post tutto maiuscolo (urlato) che fa tanto la pagina di cronaca del Carlino.
Da bravo pigro, àèìòù son “accentate o apostrofate a piacere” a meno che l’apostrofo non divida due parole, nel qual caso lo metto in modo esplicito (sigh… non mi faranno mai la “l'” e la “n'” :’-( ).
“Perchè” e “pò” me le tengo così come le scrivo, con la lettera singola, senza nemmeno pensare di usare la “é” al posto della “è”: userei anzi “meglio” lo spazio rubato dalla “é”, magari per il simbolo “€” (visto che abbiamo sia $ che £).
(per i veci ;-))
Un tempo usavo un piccolo “driver” (TSR: Terminate and Stay Resident), “keybit”, che “traduceva” le accentate in coppie lettera+apostrofo. Erano i tempi dei BBS, degli offliner, di BlueWave e Terminate.
@Sky: peccato che po’ si scriva con l’apostrofo :-P
Mpf, ho imparato a non usare le accentate ai tempi della BBS e mi rifiuto, in vero old-time style, di cambiare abitudini.
Ed ora scusatemi ma devo andare a infornare i biscottini per il teino delle cinque. Noi anzianotti rispettiamo le tradizioni.
;)
fatta la tara delle ignobili scuse lette nei commenti precedenti, la mia autorevole posizione è la seguente: chi non usa – o usa male – accenti e apostrofi è un analfabeta. ;)
per .mau.: forse ti semplificherebbe la vita tener presente che in italiano ci sono solo 5 parole accentate in -e che vogliono l’accento grave (a parte il verbo essere):
tè, caffè, cioè, karkadè (non mi ricordo l’altra) – a cui si può aggiungere il neologismo “vabbè”.
Il De Mauro mi dà ben 89 lemmi che finiscono in è. Capisco che zaptiè (durante la dominazione italiana in Libia, soldato appartenente al corpo di gendarmeria indigena) non lo userò molto spesso, ma piè, tiè, sakè, separè, e perepepè li si può trovare nei miei testi :-)
Io ormai ho in testa un filtro automatico che effettua le conversioni mentre leggo, per cui non mi sono nemmeno mai accorto che Mantellini non usasse le accentate.
Sarà anche questione di lingua che si evolve, ma promuovere a parole tronche le elisioni mi manda brividini di dispiacere lungo la schiena, anche perché sino a tempi recentissimi la lingua italiana tendeva a mantenere simili elisioni indefinitamente, anche a sproposito.
Tipici esempi vabbe’ per va-b-bene, tie’ per tieni, e pie’ per piede, che nonostante quel che ne possano dire vocabolari piú o meno autorevoli secondo me andrebbero tutt’ora (o tuttora, questa invece mi va be’) scritte con l’apostrofo.
Chiudo concludendo che anche molti nomi di persona terminano con è grave, per esempio Giosuè e che secondo pronuncia í e ú andrebbero scritte con l’accento acuto, come ormai si trova solo nei libri Einaudi. A rigore in Italiano ì e ù non ci sono.
È comunque un sollievo che la nostra lingua non contempli parole tronche che finiscano in ó.
(Ometto le mie solite tirate sui plurali in -cia e -gia, la cui regola è cambiata a mio dispetto negli anni ’70, e su “sé stesso”, che ormai ha innumeri sostenitori.)
@fB: la forma “piè” è attestata da prima del 1313, a dirla tutta. Non credo nessuno abbia mai parlato del “pie’ veloce Achille” :-)
Sulle i e u accentate, visto che sono sempre acute il segnaccento può essere scelto a piacere, è una pura convenzione. Infine su “sé stesso” (che io accento per principio di omogeneità) ci sono pareri ben più autorevoli dei miei.
ok, il mio vecchio manuale di giornalismo è forse un po’ arretrato/stringato, però, nel dire che sono 5 le parole in -è si intendeva escludere le parole tronche (o promosse a tronche)(“vabbè” l’ho aggiunta io). con questa restrizione non credo ce ne siano molte di più (le parole straniere si includono nell’elenco quando sono considerate parole italiane a tutti gli effetti; in tal senso è italiana separé, ma con la -é).
Io sto con Vittorio Bertola… :)
Comunque è vero… col vecchio us-ascii toccava per forza usare gli apostrofi… sennò su newsgroup e mail veniva fuori un macello. Stranamente io avevo una sorta di “mappa caratteri” personale, nel senso che per mail e news usavo gli apostrofi, nei documenti di testo usavo normalissime lettere accentate, ma senza doverci pensare, era una sorta di “mindset” automatico.
Poi ad un certo punto mi sono messo ad usare le accentate anche nelle mail… ma qui è stata una cosa un po’ più difficile, nel senso che a volte mi accorgo che uso le accentate, a volte ancora gli apostrofi… magari all’interno della stessa frase, è una cosa un po’ casuale…
.mau., anch’io sono favorevole all’accentazione di sé stesso!
L’ortografia italiana si è stabilizzata solo a fine ottocento, dopo l’unità, non so quanto contino gli esempi del trecento, dovremmo forse usare l’i lunga per indicare la semivocale (o semiconsonante, all’anglosassone) come dal ‘700 a metà ‘800?
Come te, .mau., ricevo ancora molte mail sballate (specie da Mac, non capisco perche’). Vedi, non per pigrizia, ma oramai per abitudine non sradicabile, pur amando gli accenti (e amo mettere quelli giusti, acuti e gravi, ricordando che po’ si scrive proprio cosi’ – e non lo sanno tutti ;-) se uso un mezzo telematico metto l’apostrofo.
Miracolosamente, al worprocessor per scrivere un atto, mi vengono fuori gli accenti. Patologico, forse… Bah… ;-)
Protesto! Le parentesi quadre e graffe non sono inutili! Ok, è vero che nella lingua corrente non hanno senso ma appena si usa il pc anche per programmare o scrivere in LaTeX diventano fondamentali.
Quello che detesto della tastiera italiana invece è la presenza di simboli inutili come “ç” o “§” mentre invece mancano simboli come “È” che invece sarebbero comodi.
@.mau.
Sì, scusa, l’avevo affrontata da un POV tecnico (ASCII vs non-ASCII) e non come “accademia della Crusca”: sotto questo aspetto potrei farti inorridire con xkè, nn, cmq, e SMSismi simili. ];-)))
@.mau.
La tastiera QZERTY era anche quella del MacII che usavo ai tempi di HPB…
Io insisto nel NON usare le accentate. Non ci riesco proprio, inoltre non vedo cosa manchi ai 128 caratteri ASCII standard per essere e scrivere felici :-)
Certo, mia moglie che e’ un po’ piu’ giovane di me usa le accentate.
Entro in modalita’ mugugno…
Trovo magnifica questa discussione vecchio stile, mi sembra di essere tornato ad avere trent’anni.
A proposito: non ho usato word, ho scritto direttamente nell’editor di tumblr. Disconosco formalmente quelle “e” commerciali (le odio, le odio & le odio…)
Mi sono ricordato di un sms arrivatomi da un amico, tanto per restare in tema:
1000010
1010101
1001111
1001110
0100000
1000001
1001110
1001110
1001111
Ho risposto sebbene fossi nel dormiveglia… Che siano condizionamenti profondi? :-)