Se non sono pazzi non li vogliamo

Ho scoperto solo ieri una delle millanta chicche presenti nel libro di Hofstadter Gödel, Escher, Bach. Alla fine del dialogo intitolato “Variazioni Goldberg” (anzi, nell’originale inglese, “Aria with variations”) ci sono tre errori di stampa, per la precisione tre parole a cui manca una lettera. Le tre “lettere che mancano” sono una sopra l’altra, e se ci fossero formerebbero la parola “end”.
Inutile dire che nella traduzione italiana ci sono quattro parole a cui manca una lettera…

Ultimo aggiornamento: 2008-02-03 18:31

7 pensieri su “Se non sono pazzi non li vogliamo

  1. Ilaria

    Ecco un libro che sta sullo scaffale di casa a prender polvere e che mi riprometto sempre di leggere. Prima o poi lo leggerò. Magari un giorno lo capirò anche. Dici che una persona del tutto digiuna di cultura scientifica e matematica può digerire questo libro? Per quanto mi riguarda, ho tutta l’intenzione di provarci.

  2. .mau.

    @Ilaria: GEB ha vinto il Pulitzer, insomma dovrebbe essere leggibile di suo. Poi c’è qualcuno che mi sta ancora maledicendo per avergli detto di prenderlo… Ma continuo a dire che i dialoghi si dovrebbero leggere senza troppi problemi anche da uno che non ha un background da scienziato.
    @professore: perché?

  3. professore

    Perché il titolo giusto è “Variazioni Goldbach”, non potevano perdere un’occasione per un gioco di parole anche nel titolo…

  4. Massimiliano

    Trivalente: Goldberg, Goldbach, Bach… (ma da te non mi aspettavo una tale svista sul titolo del dialogo… :-P)
    Comunque in più di un’occasione avrei voluto avere l’edizione originale per capire come hanno tradotto certe cose. Sai per caso se Doug ha supervisionato la traduzione o suggerito come adattare certe cose?

  5. .mau.

    @massimiliano: sono troppi anni che l’ho letto… tra l’altro non mi ricordavo nemmeno che all’interno del dialogo è scritto che all’interno del dialogo si può codificare un messaggio ;-)
    Indubbiamente Doug – che nei contratti per le traduzioni all’estero ha sempre l’ultima parola – ha supervisionato: non so se abbia anche dato dei suggerimenti, a meno che non gli siano stati espressamente richiesti.

  6. Piotr R. Silverbrahms

    Uh, me lo ricordo!
    Almeno, mi sembra proprio di ricordarlo… non ho GEB sottomano, ma mi pare che all’interno del dialogo si suggerisca, in maniera neanche tanto velata, che la “fine” del brano/testo dovrebbe comunque essere marcata in qualche modo, e insomma, uno è più o meno preavvertito, o sbaglio?
    Sulle supervisione di Doug: nessuno sa meglio di .mau., credo, e mi sembra di ricordare che l’affetto di DRH per l’Italia abbai fatto sì che l’edizione italiana sia stata una delle più seguite.
    Su Goldberg-Golbach, uno che si fa chiamare Silverbrahms non può certo commentare.

I commenti sono chiusi.