Il diavolo fa le officine ma non i libri

Leggo su rep.it che sta uscendo un film, Il falsario, basato su una storia vera: un gruppo di prigionieri (ebrei) nazisti che falsificano banconote inglesi perché il Terzo Reich vuole cercare di distruggere l’economia britannica. Si parla di un libro, L’officina del diavolo, scritto da uno dei protagonisti, l’arzillo novantenne Adolf Burger. In effetti, leggendo attentamente, c’è anche scritto che il libro non è mai stato tradotto in italiano: nemmeno in inglese, visto che su Amazon l’unica occorrenza che trovo è questa, in tedesco. In effetti, “Des Teufels Werkstatt” si traduce esattamente “L’officina del diavolo”, però non capisco perché abbiano scritto il libro come se fosse stato tradotto… visto che immagino che quello che tradurranno per primo sarà questo. Misteri dell’editoria.

Ultimo aggiornamento: 2008-01-14 16:51

4 pensieri su “Il diavolo fa le officine ma non i libri

  1. fB

    .mau.> un gruppo di prigionieri (ebrei) nazisti che falsificano banconote inglesi perché il Terzo Reich vuole cercare di distruggere l’economia britannica
    Una storia molto simile circolava negli USA prima della seconda guerra mondiale, ma attribuita ai sovietici; sarà anche una storia vera, in certa misura, ma ha anche i tratti tipici della propaganda (magari sia dell’una che dell’altra parte in causa), anche perché non sarebbe affatto semplice trovare il modo di mettere in circolo una quantità di denaro falso tale da avere effetti apprezzabili sull’inflazione senza avere una quantità enorme di complici oppure senza renderne estremamente evidente la sorgente.
    Cito per esempio dalle parole di John Evans, protagonista di un racconto di Raymond Chandler, “In montagna non c’è pace” [“No crime in the mountains”, scritto nel 1941 prima di Pearl Harbour, poi incluso nella raccolta “Bay City Blues”, pubblicata postuma], che narra proprio di un gruppo di infiltrati nazisti in California:
    “Qualche anno fa i russi cercarono anche loro di portare a termine un colpo simile. Produssero una quantità di denaro falso degli Stati (…omissis…) e, giacché si trovavano, danneggiando un pochino la nostra economia. I nazisti invece son troppo dritti per mettersi su una strada del genere.”

  2. fB

    Hmm… mentre l’operazione Bernhard è data per certa da tutte le fonti reperibili sul web (ivi incluse, suppongo, le fonti serie), i dettagli differiscono anche vistosamente da versione a versione… probabilmente c’è un minimo fondo di verità su cui sono cresciute storie palesemente assurde, come quella che reputa falso il 40% del contante inglese circolante dopo la seconda guerra mondiale, e che contraddice le versioni che sostengono invece come l’operazione fosse stata abortita dopo la battaglia d’Inghilterra, prima di entrare nella fase operativa.

  3. paolo beneforti

    ieri in un tg hanno intervistato l’arzillo 90enne superstite dell’operazione (e autore del libro): se è una bufala, l’ha data a bere a tutti. ;)

  4. fB

    No, non metto in dubbio che i nazisti stampassero effettivamente denaro falso (come facevano gli alleati con i marchi tedeschi, in guerra si usa). Metto in dubbio lo scopo con cui lo facevano, il denaro falso torna per esempio utile per pagare le spie, ma i governi non vogliono certo che la cosa si risappia.

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