Mentre “regali natalizi” impazziva a novembre tra le chiavi di ricerca che portano a queste notiziole, adesso si nota uno spostamento di interessi: stamattina ho trovato “tempo cottura tortellini” e “cappelletti in brodo mantova”.
Tutto questo senza contare le richieste legate al famosissimo Calendario Rudi Mathematici 2008, l’unico che oltre ai seni mostra anche le tangenti e che per la prima volta è riuscito a trovare un matematico da festeggiare ogni giorno dell’anno. Altrimenti non si spiegherebbe perché uno cerchi sprologica e principio di indeterminazione progetti Dilbert…
Ultimo aggiornamento: 2007-12-19 11:27
Il Calendario in questione cita solo maschi, e c’è esattamente un autore citato che non è né europeo né nordamericano. Per il prossimo anno, si può chiedere un po’ più di varietà? Mi sento come il povero nero.
A meno che non sia una forma di contrappasso rispetto agli altri calendari, che in effetti sono un po’ sbilanciati dal lato femminile.
Quale onore… la mia formula sprologica campeggia nel mese di Giugno del Rude Calendario!
@Barbara: conoscendo ‘Doc’ Piotr Rezierovich Silverbrahms, se gli mandi date di nascita di matematiche lui sarà felicissimo di aggiungerle al calendario 2009. Forse aggiungerà anche date di matematici non occidentali… sempre appunto che gli venga fornita la data di nascita. È pigro quasi quanto me.
(però ho controllato: non è vero che cita solo maschi. Maria Gaetana Agnesi c’è, ed Emmy Noether pure. Per portarlo avanti col lavoro gli dico che Sofia Kovalevskaya nacque il 15 gennaio 1850 e Julia Hall Bowman Robinson l’8 dicembre 1919)
@Barbara
In realtà il Calendario presenta ogni anni più matematici, ed avendo una matematicA in Redazione siamo sempre alla ricerca di più nomi femminili.
Come dice .mau. non è vero che non ci sono donne, è invece vero che ce ne sono poche, quasi tutte concentrate a novembre e dicembre. Più ne segnalate e più ne aggiungeremo – scriveteci in Redazione!
Tra l’altro, parliamo ogni mese di un matematico – e di matematiche donne abbiamo già parlato più di una volta… venite e dare un’occhiata al nostro sito!
Grazie .mau. per tutta la pubblicità!
Alice
In ogni caso, i tortellini vanno cotti poco, poi si portano in tavola nella zuppiera con il brodo. Non bisogna attendere troppo altrimenti si scuociono, rimanendo nel brodo per troppo tempo. (Se poi voi li cuocete nell’acqua, li scolate, e li mangiate col pomodoro, sappiate che state compiendo uno scempio :-) )
mau & alice: “citare” non si riferisce ai compleanni, ma alle citazioni che decorano ogni pagina del calendario.
professore: cosa pensa di Giovanni Rana? Io i tortellini non li so fare…
Il giorno del mio compleanno si festeggiano i SS. Ampère, Szego e Caccioppoli, mentre alla data del mio onomastico si ricordano i Beati Paolo Ruffini, Puissant e Sturm.
Non vorrei approfittare della pazienza del tenutario, che non ha piacere che i suoi post si trasformino in forum, e dunque rispondo chiedendo il permesso e promettendo di smetterla :-)
Comunque, da noi, a Modena, i tortellini di Giovanni Rana li comprano in pochi. Non assomigliano molto a quelli “veri”, che hanno la pasta più sottile e il ripieno più buono… Per dire, nei nostri supermercati viene venduto il macinato misto che serve, appunto, per i tortellini, con l’etichetta “ripieno per tortellini”.
E si mangiano cotti nel brodo di carne. Esiste anche una versione “alla panna”, in cui i tortellini vengono scolati dal brodo e amalgamati con panna da cucina, e serviti “asciutti”. Io li preferisco in brodo, comunque.
Barbara,
a dire il vero, la scelta delle massime da pubblicare sul calendario non tiene minimamente conto del sesso dellautore. Non tiene conto neppure della sua provenienza geografica, del colore della pelle, e neppure di quello dei capelli. Il criterio è quello davvero banale del gradimento dei compilatori del calendario.
Ora, oggettivamente, non mi sembra che questo possa essere considerato genderly incorrect, perché troverei forzato prendere in considerazione e quindi considerare importante, decisivo, fondamentale – il sesso duna persona in un contesto leggero e quasi risibile come quello dun calendario di matematica ricreativa.
Forse sbaglio, ma credo che forzarsi a mantenere una sorta di quota rosa obbligatoria anche in casi come questi è controproducente per la sacrosanta battaglia sullequità dei sessi.
“credo che forzarsi a mantenere una sorta di quota rosa obbligatoria anche in casi come questi è controproducente per la sacrosanta battaglia sullequità dei sessi.”
La prima domanda che mi viene è: ma la scelta di è invece di sia, verrà dall’essere molto sicuro o solo molto nordico :-)?
Purtroppo la mia ventennale esperienza nel mondo della scienza è che tutti quelli che “scelgono a caso” senza guardare il sesso, finiscono spesso per non scegliere nessuna donna. Le donne sono poche, e fino a non molto tempo fa non le citava nessuno.
Si richiede perciò uno sforzo di buona volontà per essere sicuri che le donne ci siano. Perché il cinquanta per cento dei matematici che crescono sono femmine, e crescono in un mondo in cui femmina=tette e culo (scusate i termini tecnici), in un mondo dove il presidente di Harvard va a dire in pubblico “forse le donne sono semplicemente meno dotate” – cosa che per altro mi sono sentita dire anch’io. Ripetutamente. [Sì, lo so che poi si è dovuto dimettere. Meno male.]
Quindi vi chiedo, a voi e a tutti quanti fanno divulgazione, uno sforzo attivo per pensare anche a nomi femminili. Perché io sono cresciuta donna, e so quanto è difficile concentrarsi sulla scienza senza chiedersi “ma se fossi davvero meno dotata? Se davvero tutto questo non fosse per me?”. Vorrei che mia figlia, e le sue compagne di classe, crescessero senza chiederselo. E un modo per aiutarle è stare attenti che in tutti i casi in cui si parla di scienza ci siano voci femminili – e se volete chiamarle quote rosa, fate pure.
Per quanto riguarda l’assenza di non europei, mi pare grave visto che la matematica è una delle attività più internazionali che ci siano. Anche lì, io lo so e voi lo sapete: sarebbe bello farlo vedere ai nostri giovani.
Sono di origini umbre, non troppo nordiche, insomma, e l’indicativo al posto del congiuntivo stava ad esprimere ragionevole convinzione.
Poi, che dire? E’ certo vero che, non essendo donna, non posso fare altro che tentare di immaginare quali siano le continue disparità cui le donne sono sottoposte. E tentare di immaginare è certo cosa lontanissima dal capire sulla propria pelle.
Però, davvero, non sono affatto sicuro che questo stressare la parità anche su cose come queste sia produttivo, per le pari opportunità. Non credo di discriminare gli ebrei, eppure non mi sino minimamente preoccupato di verificare quanti fossero gli ebrei presenti nelle citazioni. Sono sicuro di non discriminare i biondi dai mori, e il fatto che non faccia la conta, in nessun contesto, di quanti siano i biondi e i mori presenti potrebbe esser eletto proprio come assenza di pregiudizio, più che come assenza di attenzione.
Quello che voglio dire è che secondo me puntualizzare sempre la necessità di testimoniare la presenza di una qual certa identità rischia più di far sentire la differenza, piuttosto che essere utile all’eliminazione della differenza stessa. Mi sento molto in imbarazzo a dire certe cose, visto che ho la convinzione di essere sensibile alla tematica (se hai voglia, potresti leggerti il Compleanno di Emmy Noether, RM51 credo, che è quello dove probabilmente affornto meglio l’argomento, ma secondo me se nello scegliere delle battute che potrebbero essere divertenti e illuminanti devo preoccuparmi del sesso di chi le ha dette, finisco col fare un cattivo servizio sia alla battuta sia all’autore. Esistono dei casi in cui il massimo della correttezza sta nel considerare tutti come persone, secondo me: è criminale non stare attenti a queste cose in caso di possibili discriminazioni, ma è sbagliato anche leggere tutto secondo questa chiave di lettura.
Pensi davvero che una fanciulla si senta più gratificata, se trova più battute dette da donne? Pensi che sia un bene, per lei, correre a verificare il nome e il sesso dell’autore? Pensi sia istruttivo insegnarle subito a misurare ogni cosa della vita in base all’organo che ha tra le gambe, bilanciando in ogni insieme di persone il grado di rappresentanza?
Forse sbaglio, ma io penso di no.
ok, continuate pure in posta privata :-)
A dire il vero, .mau., mi avrebbe interessato il tuo parere in merito, ma forse non ne hai uno. A te ho comunque risposto in privato.
Per il resto, io ho esposto il mio parere, Piotr il suo, e possiamo agree to disagree e darci delle gran pacche sulle spalle che siamo rimasti persone civili. Mica poco di questi tempi.
@Barbara: la mia visione è simile a quella di Piotr: si mettono le citazioni che piacciono, senza guardare di chi sono. Al limite il problema è a monte: se si parte con il 95% di citazioni di uomini e di occidentali, è chiaro che poi il risultato rimarrà sbilanciato, partendo dal principio che statisticamente l’apprezzamento non faccia differenze di sesso o di provenienza.
Per il resto, il punto è semplicemente che non amo la forumizzazione… mica ho scritto “state bonini!”