L’omelia di oggi di Eugenio Scalfari parla del suo collega, Joseph Ratzinger. Mi sembra giustissimo: come io parlo di chi mi pare, non vedo perché non possa farlo anche lui. Se non ho letto male il suo primo paragrafo, ce l’ha con Benedetto XVI: anche in questo caso non vedo nulla di male per avere le proprie opinioni, soprattutto quando sono discusse e spiegate.
Però al secondo paragrafo mi sono fermato. Non certo perché «Per certi cattolici il pensiero di un laico non credente può forse non avere rilievo alcuno o può esser tacciato di indebita interferenza» (testo che in effetti è ancora nel primo paragrafo :-) ), ma per questa sua frase: «Prima osservazione. L’enciclica porta un sottotitolo che indica i destinatari del documento: “Ai vescovi ai presbiteri e ai diaconi e a tutti i fedeli laici sulla speranza cristiana”. E’ strano che un’enciclica elenchi fin dal titolo i suoi destinatari.».
Se Scalfari avesse provato a farsi fare da qualcuno una ricerca ancorché minima sull’argomento, avrebbe scoperto che Ecclesia De Eucharistia, l’ultima enciclica di GP2, inizia con “Ai vescovi ai presbiteri e ai diaconi alle persone consacrate e a tutti i fedeli laici”. La penultima, Fides et Ratio, con “Venerati Fratelli nell’Episcopato, salute e Apostolica Benedizione!”. Banalmente, Deus Caritas Est, il precedente lavoro di Benedetto XVI, ha esattamente lo stesso inizio: “Ai vescovi ai presbiteri e ai diaconi e a tutti i fedeli laici sull’amore cristiano” (noticina mia: a questo punto mi immagino che la terza enciclica ratzingeriana sarà sulla fede :-) )
Ci si può lamentare che il papa parli (ufficialmente) solo alle sue pecorelle, anche se ho l’impressione che aggiungere “a tutti gli uomini di buona volontà” come Giovanni XXIII fece nella Pacem In Terris oggi verrebbe visto come un’ingerenza e non come un segno di attenzione; resta il fatto che non vedo perché perdere tempo a leggere una paginata di roba che fin dal suo inizio mostra che il nostro non sa esattamente di cosa stia parlando. Per queste cose bastano i blogh :-)
Ultimo aggiornamento: 2007-12-02 18:22
Bah, come (forse) sai io sono un assiduo frequentatore delle omelie domenicali scalfariane, ma quelle “laiche”, questa mi sembrava un po’ troppo pretesca e l’ho lasciata a metà.
Non capisco però la tua (e di Scalfari) diatriba sui destinatari dell’enciclica, che fa il paio con la solita doppiezza vaticana che si pone, secondo più gli fa comodo, come autorità religiosa o come capo di stato straniero o come opinionista o come…
Si sa benissimo che il clamore di una enciclica papale va oltre i 4 gatti dei fedeli, e che la Chiesa si impiccia e vuole impicciarsi di tutto per arrogarsi il diritto di definire lei ciò che è bene e ciò che è male. Che, alla fin fine, è questa la quintessenza del suo potere.
cmq è un buon articolo. superficiale, ma con tutti gli argomenti giusti. da tempo Scalfari si è autoaccreditato come “teologo laico”: non poteva non pronunciarsi su una nuova enciclica.
@Chartitalia: quando il papa fa i suoi discorsi “standard” è un po’ come le esternazioni dei politici, ed è chiaro che cerca di parlare a tutti quanti, cattolici o no. L’enciclica, però, è una cosa molto più tecnica, un documento programmatico. Il che da un certo punto di vista significa che è più interessante per capire che cosa la chiesa voglia davvero fare, però dall’altro è appunto più ristretta.