Microsoft è il diavolo: ennesima prova

Gabriele mi ha mandato un link a un articolo che racconta come Microsoft stia sviluppando un nuovo linguaggio funzionale di programmazione, che si chiamerà F#. (In due parole: in genere i linguaggi di programmazione tendono ad avere come operazione di base l’assegnazione di un valore a una variabile, mentre in questo caso si ha come operazione di base il calcolo del valore di una funzione).
Il nome dovrebbe essere un doppio gioco di parole, richiamando il C# sempre di Microsoft (che si legge “see sharp”, vedi chiaro) con l’iniziale F per function/funzione. Ma anni e anni di strimpellio della chitarra me lo fanno leggere come “fa diesis”; e la prima associazione che mi viene in mente è quella con il C, cioè il do. La distanza tra un do e un fa diesis è di tre toni, e nella musica medievale questo intervallo, il tritono, viene chiamato “diabolico” perché per nulla armonico.
Ma tanto lo sapevate già che Microsoft è demoniaca, no?

Ultimo aggiornamento: 2007-10-24 09:38

12 pensieri su “Microsoft è il diavolo: ennesima prova

  1. paolo beneforti

    Fa –>”Diabulus in musica”; Fa# –> diavolo redento, a regola. :D
    (“El nombre y la dirección de correo-e son obligatorios”: si presume che i tentativi di commento anonimo vengano dalla Spagna?)

  2. .mau.

    @benef: no, è “fa-si” → diabulus in musica. (appunto perché tritono). Solo che in questo caso avevo un do e non un si da cui partire!

  3. .mau.

    a proposito del correo, ero convinto che fosse colpa della mia installazione con lo sputo, ma lo fa anche MacchiaNera. Insomma, è MT che è con lo sputo.

  4. .mau.

    @MG55: tu stavi parlando di C#. Io avevo già smesso, controlla pure quello che avevo scritto :-)

  5. Sky

    Comunque mette un pò tristezza (ri)vedere il “Let”, dopo tanti anni… sarà mica perchè l’uguaglianza logica è definita come “=” eh? ;-)
    Poi… NON pretendo di essere un “progettista” di linguaggi, ci mancherebbe, ma già che c’erano potevano anche eliminare il do…done, visto poi che (a) usano una continuation (“;”) e (b) hanno anche un separatore (“;;”).
    Non sono un entusiasta del “tab indenting” a la Python (diciamo che mi sento rassicurato dai {…} del C ;-)) però se l’inizio/fine di un blocco è “ben definito” tanto vale accorciare la sintassi no?
    while(a>1)            o anche        while(a>1)
        statement#1;                           statement#1;
        statement#2;                           statement#2;
        statement#3;;                          statement#3
                                                  ;;
    se proprio ci si tiene alla de-indentazione.
    Poi anche le operazioni “per gli integer” e “per i float”… mah…
    P.S.
    Scusate l’OT: non sono all’altezza per disquisire di musica. X-D

  6. Giorgio

    Quarta eccedente.
    La sesta potenza della radice dodicesima di due: questo è il rapporto tra le frequenza di C e F#.
    E anche la soluzione di uno dei ditloidi meno indovinati: 3 T I nel D in M (tre toni interi nel diabulus in musica): ai 3 Terrificanti Idioti nella Direzione in Microsoft consiglierei un buon caffè (java?)

  7. Agostino

    Ad una prima occhiata piu’ che solo un linguaggio di programmazione funzionale sembra abbia qualche somiglianza a Python che permette sia la programmazione imperativa che quella funzionale.
    Del resto tecniche di programmazione funzionale sono utilizzabili anche in Perl o in Javascript.

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