stupidi negri

Oggi rep.it e Corsera (prego notare le url delle loro notizie, quanto di più neutrale sono riusciti a fare) danno risalto all’intervista a James Watson, quello del Nobel per il DNA, che afferma che “gli africani sono più stupidi degli occidentali”.
Come sempre se ne ho la possibilità, sono andato a leggere il testo originale. La cosa divertente è che formalmente Watson non afferma mai una cosa del genere: persino una frase come “c’è un desiderio naturale che tutti gli esseri umani siano uguali, ma chi ha avuto a che fare con dipendenti neri non lo ritiene vero” è un capolavoro, perché presa letteralmente implica solo una differenza e non una scala di valori, anche se sono certo che lui pensi davvero che i bianchi abbiano un QI maggiore.
Ma visto che a parlare e sparlare di razzismo sono bravi tutti, me ne frego di Watson e mi metto a vedere le cose da un altro punto di vista. Se scrivo che le donne hanno maggiori capacità linguistiche (o maggiore empatia) degli uomini, faccio un commento sessista? O forse dico semplicemente una stupidaggine? Io vedo due problemi di metodo in un’affermazione come quella sopra: innanzitutto, la difficoltà nel definire cos’è una maggiore capacità linguistica, e peggio ancora una maggiore empatia; in secondo luogo, il fatto strettamente matematico che la variabilità all’interno di un campione di tre miliardi e mezzo di uomini (e di donne) è così ampia che – ammesso e non concesso ci sia effettivamente una differenza statistica significativa – questa non si vede praticamente nel confronto tra due singole persone. Vi faccio un esempio pratico. Supponiamo che io peschi a caso un numero in un’urna contenente i numeri da 1 a 1000 e tu, caro lettore, faccia lo stesso ma la tua urna abbia i numeri da 1 a 1001. Statisticamente tu piglierai un numero maggiore del mio, e se facessimo questo esperimento diecimila volte sono ragionevolmente certo che vincerai più spesso tu. Ma se ci limitiamo a farlo una volta sola, può praticamente capitare di tutto. Oppure le statistiche dicono che i friulani sono più alti dei sardi, ma a tutti noi sarà capitato di trovare un triestino alto un metro e sessanta o un nuorese da 1.90!
Il guaio dell’intelligenza, oltre a quanto ho spiegato qua sopra, è che le misure del quoziente di intelligenza sono state preparate da occidentali e tendono a favorire le caratteristiche degli occidentali, il che porta automaticamente a “scoprire” che gli occidentali sono più intelligenti – salvo poi essere fregati dagli orientali, che non erano stati considerati durante la preparazione dei test. Risultato finale? la cazzata non è tanto quanto affermato da Watson, ma l’idea che l’intelligenza sia una quantità monodimensionale. Per il resto, non ho nessuna difficoltà ad ammettere che la mia intelligenza è diversa da quella di chiunque altro, bianco o nero o verde che sia. Anche quella del “siamo tutti uguali” è una cazzata.

Ultimo aggiornamento: 2007-10-17 17:53

16 pensieri su “stupidi negri

  1. Luca

    statisticamente parlando, campionando la popolazione friuliana hai in realtà pescato un elemento non appartenente all’universo di riferimento.
    Definire friulano un triestino è come definire pesce una balena – penso che qualsiasi giuliano te lo possa confermare.

  2. martyna

    Sottoscrivo ogni affermazione, con tanto di punteggiatura. La penso esattamente come te, anche se probabilmente non sarei riuscita ad esprimermi così bene.

  3. Ricambi Originali

    L’originale vero è qui: http://entertainment.timesonline.co.uk/tol/arts_and_entertainment/books/article2630748.ece
    ed è anche già citato in en.wikipedia.
    Mi stupisce tra l’altro che ci siano voluti tre giorni perche’ la notizia venisse ripresa negli altri quotidiani.
    Su quel che scrivi tu, hai in parte ragione. Ma va sottolineato che Watson (il quale non è certo nuovo a certe frasi: è sempre stato considerato una brillante testa di cazzo, molto intelligente ma anche incredibilmente antipatico, sin dagli anni 60) non parla di IQ. Anzi, lui parla proprio delle proprie esperienze personali in laboratorio.
    A parte i miei dubbi sulle affermazioni in sé (che considero errate), ciò che va sottolineato è il fatto che Watson, che non è uno stupido, ha una sua agenda: e affermazioni di questo tipo, appositamente pronunciate per far rumore, vogliono riportare all’opinione pubblica il determinismo genetico che Watson da sempre sostiene.

  4. .mau.

    @luca: ho accorciato troppo: avevo preso le statistiche per regione ma non mi veniva voglia di dire “un abitante del Friuli-Venezia Giulia”. Pensa che io per parte di madre sono del FVG, ma non sono né furlan né giuliano ma trevisano…
    @sciasbat: Watson può fare quel casino e io no, scusa? :-)
    @Ricambi Originali: grazie del link originale. Il mio pippone non era comunque tanto su quello che diceva Watson, ma su come il messaggio arrivava (soprattutto sull’italica stampa, ma in genere). Che Watson non sia stupido, non ci piove.

  5. vb

    Se ti interessa, il post di Raymond che hanno linkato nei commenti del mio blog tenta una spiegazione di come sia scientificamente provato (secondo lui) che l’intelligenza è misurabile in modo monodimensionale.
    Per il resto, come dicevo, temo che ci sia un sovraccarico di convinzioni etiche e politiche troppo elevato perché si riesca ad avere una discussione scientifica su questo tema.

  6. .mau.

    È ovvio che l’intelligenza è misurabile in modo monodimensionale. Anche i numeri complessi o quelli in uno spazio a N dimensioni possono essere misurabili in modo monodimensionale, basta prendere la loro norma.
    Poi è da vedere se la misura ha il senso che volevamo :-)

  7. gilberto bonaga

    “Anche quella del “siamo tutti uguali” è una cazzata”
    Eccerto che e’ una cazzata, qualcuno e’ piu’ uguale degli altri, e’ un concetto di base di chi predica la propria superiorita’ morale rispetto a chi la pensa in modo diverso dal suo (poi magari lo dimostra andando in massa a votare per Ualter, ma questo e’ un’altro disorso).
    QUello che stupisce me e’ che si consideri che uno che ha preso un premio nobel debba sempre dire cose che vale la pena di essere prese in considerazione. Nel suo campo, probabilmente e’ preparatissimo, ma proprio perche’ ha perso molto tempo sul suo campo, nel resto delle cose del mondo la sua opinione ha meno peso di quella di chiunque altro.

  8. xlthlx

    eeeeesatto. quando a noi poveri studentelli di psicologia insegnano cos’e’ la validita’ di un test, fanno esattamente l’esampio di come e’ strutturato un test per il Q.I. per una certa cultura sottoposto alle persone di un’altra.
    un classico della non validita’ di un test, insomma.
    la cosa incredibile e’ che c’e’ ancora qualcuno che ci crede.
    chiaro che non siamo tutti uguali, basta darsi un’occhiata in giro, che poi non e’ altro che l’espressione del nostro dna. ma abbiamo pari diritti ;)

  9. Samuele

    Mi piace il tuo punto di vista ma non sono così d’accordo.
    Facciamo un altro esempio. Prendiamo le doti atletiche. I neri corrono più velocemente dei bianchi. Però se faccio una gara con un nero molto “scarso” io potrei anche vincere. E la tua teoria concorda. Però perchè alle olimpiadi i primi 50 classificati sono tutti neri? Portando il discorso sull’intelligenza perchè il 90% degli scienzati, inventori, scopritori è bianco? Certo, la storia può avere delle influenze ma non troppo dico io…

  10. .mau.

    @Samuele: beh, in questo momento il più forte sui 400 metri è un bianco; poi ricordo un nero campione di nuoto una decina d’anni fa, quando fino a un paio di anni prima si “dimostrava” che la struttura fisica dei neri impediva loro di ottenere grandi successi nel nuoto :-)
    CIò detto, le differenze fisiche sono però sicuramente molto accentuate: prendiamo gli hutu e i tutsi, e saremo facilmente in grado di discriminarli rispetto all’altezza. Sull’atletica leggera, per le gare di velocità si può immaginare che i neri che vincono (che guarda caso sono USA o giamaicani, mica tanzaniani) sono in un certo senso frutto di selezione genetica compiuta sui loro antenati dagli schiavisti.
    Per “scienziati, inventori, scopritori” il discorso è ancora diverso. Sono cose che non puoi fare dal nulla, e per cui ti ci vuole un ambiente dietro che non è semplicemente la città dove vivi. La storia non c’entra nulla, è la sociologia quella che conta. Com’è ad esempio che nelle facoltà scientifiche USA sono decenni che i migliori studenti sono di origine orientale oppure indiana? Sono più intelligenti di noi bianchi?

  11. floria

    beh, che dire? io sono in buona parte sarda, sono donna, e sono alta 185 cm. A parte le battute, a me pare che ridurre tutto a una questione di DNA sia davvero limitante, se non altro perchè si finisce per trascurare una serie di fattori (storici, economici, ambientali, culturali e altro) che hanno una rilevanza straordinaria, in questo genere di questioni. Insomma, contrariamente a quanto pensa Samuele, ritengo che la storia, e non solo la storia (forse bisognerebbe parlare di “pregiudizi culturali” duri a morire) abbia un ruolo fondamentale: nella discriminazione razziale così come nell’edificazione del cosiddetto “soffitto di vetro” per le donne. Semplificare le questioni è consolante ma molto, molto pericoloso, anche per chi si culla nel mito della sua illusoria superiorità ( a proposito di storia: anche i Romani erano convinti che le popolazioni germaniche fossero subumane o giù di lì, e forse, rispetto agli standard culturali dell’epoca lo erano effettivamente: ma poi com’è andata a finire? Naturalmente, si può parlare anche di “superiorità ariana” sulle degeneri stirpi la tine. Ma vedete dove si finisce partendo da presupposti distorti?)

  12. ALG

    La discussione è divertente ed interessante. Voglio provare a dare un piccolo contributo. E se ci fosse parzialmente qualcosa di vero? Non fraintendetemi; sappiamo che la selezione naturale tende a selezionare gli individui tra noi che meglio si adattano ad una determinata situazione. E’ il motivo delle differenze fisiche tra uomo e donna, spiega perché, per esempio, i più forti maratoneti siano etiopi e kenioti etc etc…
    Sinceramente, conoscendo le differenze negli ultimi due millenni dell’ambiente in cui si sono sviluppati il ceppo africano ed il ceppo europeo (livello di antropizzazione dell’ambiente etc etc) non mi stupirebbe che ci possano essere delle differenze, anche statisticamente non indifferenti, tra queste diverse popolazioni. Con questo non sto dicendo che noi siamo più intelligenti o meno o qualsivoglia cosa, semplicemente abbiamo delle capacità intellettive diverse.
    P.s: con questo discorso non sto dicendo di approvare quanto detto da Watson ma semplicemente che mi sembra sempre semplicistico refutare un’affermazione solo perché non ci piace.
    Inoltre mi sembra accettabile pensare che un mix di condizionamenti genetici (che ho prima spiegato), ambientali (maggior o minor accessibilità a forme di istruzione superiore), culturali etc etc contribuiscano a creare delle differenze tra gruppi di persone diverse.
    Scusatemi per l’aver pontificato
    Ciao

  13. soloparolesparse

    Ne ho parlato anch’io.
    Son daccordo al 100% sul “non siamo tutti uguali” e lo allargherei anche alla genetica e all’ambiente.
    Mi risulta difficile comprendere un’affermazione del genere legata all’inteligenza di una razza… anche per il poco che sappiamo del funzionamento del cervello umano.

  14. vb

    Direi che la discussione conferma il punto del mio post, che non era se i bianchi fossero o meno mediamente più intelligenti dei neri, ma che chi sostiene queste teorie, persino quando tenta di farlo su basi scientifiche, è costretto a metterci davanti precauzioni a non finire per evitare di essere bruciato in piazza… esattamente come Giordano Bruno per l’eliocentrismo.
    Il che non vuol dire che Watson abbia ragione, ma solo che su questo genere di cose noi siamo (mediamente :-P ) altrettanto bigotti dei nostri predecessori di secoli fa.

  15. .mau.

    Vittò, non trollare anche tu :-)
    Dove sarebbero le basi scientifiche delle affermazioni di Watson?
    (e comunque, fosse stato solo per l’eliocentrismo, Giordano Bruno non sarebbe stato messo al rogo… ammetto però che questo non c’entra con il discorso)

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