Leggevo da vb che un articolo di Sebastiano Messina apparso su repubblica.it l’altro ieri mattina (e che potete trovare in copia qua) era stato inopinatamente cancellato, nonostante lo si potesse ancora vedere sulla cache di Google e addirittura il titolo era presente nel motore di ricerca interno di Rep.it. Il titolo, per la cronaca, era Consulenti, la carica dei mille Il ministro e i suoi 344 uomini.
Ieri pomeriggio ho provato a scrivere alla redazione di Repubblica web chiedendo lumi, e mi hanno appena risposto così:
L’articolo è stato tolto, perché conteneva numerosi errori. Può leggere sul quotidiano del 10 ottobre, a pag. 16, la lettera di scuse di Messina al presidente Napolitano.
Notate nulla di strano? No, non sto lamentandomi del fatto che sia stato pubblicato un articolo “con numerosi errori”. La cosa che personalmente mi fa più imbufalire è che le scuse sono state pubblicate sulla versione cartacea del giornale, ma a nessuno è venuto in mente che per correttezza le stesse scuse dovevano apparire anche sulla versione online, al posto della pagina incriminata in modo che chi ci cliccasse su sapesse cosa era successo. Il significato pratico di tutto ciò è che il modello di giornale online viene considerato in Italia alla stregua di un semplice giocattolo, più o meno buttato via come qualcosa senza valore e soprattutto che si può immediatamente disconoscere. Come? lo sapevate già da una vita? Vabbè, arrivo sempre ultimo, io!
Ultimo aggiornamento: 2007-10-12 14:08
“Il significato pratico di tutto ciò è che il modello di giornale online viene considerato in Italia alla stregua di un semplice giocattolo, più o meno buttato via come qualcosa senza valore e soprattutto che si può immediatamente disconoscere”: un’affermazione simile l’aveva fatta anche il direttore di Linux&C. relativamente al mitico articolo di Panerai su Panorama Next, cancellato per vergogna nell’edizione online ma per forza di cose lasciato nel giornale cartaceo. (Ma non disperiamoci: in un libro di Orwell si diceva che il governo avrebbe ritirato e riscritto anche giornali e libri…)
Fortunatamente cache, blog e quant’altro permettono di salvare certe perle dall’oblìo.
Visto che ormai commentiamo in stereo, io da te e tu da me e poi io da me e tu da te, ritengo decisamente improbabile che quell’articolo contenesse “numerose inesattezze”. Qualcuna sarà anche stata possibile, per carità, ma lo scenario è quello, per stessa ammissione di chi ci vive dentro.
@vb: relata refero, non sono entrato nel merito della risposta datami :-P
Si, lo sappiamo tutti che lo scenario è quello, ma Repubblica ha fatto l’ennesima delle figuracce, oltre alla presunta nipote di Napolitano ogni giorno, da tre giorni mi pare, ci sono due o tre lettere di gente che dice di lavorare al ministero da decenni sotto la guida di n ministri. Se la potevano decisamente risparmiare, st’uscita.