Rep.it, sempre pronta a raccontarci le ultime scoperte scientifiche, ci delizia con questo articolo, in cui si racconta come David Amodio della NYU (università seria, tra l’altro) ha scoperto una differenza tra chi si dichiara conservatore e chi liberale. La differenza si estrinseca… sullo schiacciare i tasti M e W. Non scherzo: ai volontari veniva presentata una delle due lettere, e bisognava schiacciare in fretta il tasto corrispondente. Però la frequenza di apparizione non era identica, ma molto sbilanciata (un fattore di quattro a uno), il che faceva venire voglia di schiacciare sempre lo stesso tasto. Bene, sembra che i conservatori “conservassero” :-) il tasto nel 47% dei casi, a differenza dei liberali che lo facevano solo nel 37% dei casi.
Purtroppo l’articolo è a pagamento, ma leggendo l’articolo da cui presumo Rep.it abbia copiat si sia ispirata direi che il resoconto è corretto. Non ho dati sufficienti per potere dire se la differenza nel comportamento sia davvero significativa: però mi stupisce notare come al fogliaccio scalfariano non sia venuto in mente il mio primo pensiero: “la differenza è che a sinistra pensano prima di fare qualcosa” (con il corollario di segno opposto “e pensano così tanto che non fanno mai nulla”). Ad ogni modo, è proprio vero che repetita iuvant.
Ultimo aggiornamento: 2007-09-10 15:31
Mi ricorda un gioco per valutare quanto fossi razzista o tendente a denigrare alcune minoranze ecc.
Ti appariva una sequenza di parole (tipo gay, nero ecc) e dovevi premere su moral/immoral. Poi, di botto, cambiava. Ora non ho idea se i collegamenti del mio cervello sono di sx o dx ma ho ben chiaro che, se debbo andare veloce nel cliccare, al repentino cambiamento della parola giudicante, il mio cervello tende ad incartarsi e a far premere il tasto senza leggere.
Beh, però c’è da specificare una cosa. “Liberal” non sono i liberali.
E’ una mistificazione (che Repubblica alimenta – conservatore in Italia spesso ha una connotazione un po’ negativa di retrogrado, mentre liberale è più alla moda) di termini molto in voga, purtroppo anche negli USA. Dove però, per capirsi, si parla anche di liberali classici e di libertari, proprio per distinguere quelli nella tradizione liberale dai “liberal” che, di fatto, sono socialdemocratici. (o come disse qualcuno che non mi sovviene, i socialisti di un Paese senza socialisti).
Noi di destra pensiamo prima di tradurre :-P
By the way, avessero fatto il test in Italia forse avrebbero dato ragione a Berlusconi: la “M” è più centrale della “W” sulla tastiera; e la “W” non c’è in italiano (tranne che per scrivere Walter, beninteso :-P)
too much spare time…
@Thomas Jefferson: beh, in Italia, fino al 1992, il PLI era comunque un partito di centrodestra. D’altra parte, in genere si dice che negli USA c’è un partito di destra moderata e uno di destra estrema :-)
Infatti per quello sono più avanti, IMHO :-PPPPP
(mi ha portato Sciasbat quì. Colpa sua!)