Sembrava troppo facile che la storia della professoressa che aveva fatto scrivere per cento volte a un proprio allievo “sono un deficiente” finisse con l’assoluzione in primo grado. Il pm Ambrogio Cartosio ha infatti immediatamente impugnato la sentenza, con un ricorso di ben trentasette pagine dove a quanto pare riesce anche a citare la Convenzione di Ginevra (scrivere cento volte quella frase è indubbiamente un trattamento degradante, tanto che ricordo che il ragazzo non è mai riuscito a scrivere “deficiente” con due i) ma soprattutto che «Il sistema adottato è consistito nel costringerlo a insultarsi e rendere pubblica la propria autocritica: un metodo da rivoluzione culturale cinese del 1966». Onestamente credevo che nella Rivoluzione Culturale l’autocritica fosse giusto la cosa meno preoccupante, ma è ovvio che io sono uno sporco revisionista.
Preso atto di tutto ciò, mi resta un dubbio. Ma quale sarebbe stata, secondo questo pubblico ministero, la punizione giusta per il ragazzo? Ammesso naturalmente che dire al suo compagno di classe preadolescente “tu non puoi entrare nei bagni dei maschi perché sei gay” sia da lui considerato un provvedimento da sanzionare, e non una dimostrazione di “essere macchio”… Magari nelle trentasette pagine c’è anche spiegato tutto, ma purtroppo non ho accesso al documento.
Ultimo aggiornamento: 2007-07-09 15:45
Ma quale sarebbe stata, secondo questo pubblico ministero, la punizione giusta per il ragazzo?
Effettivamente in casi come questi sarebbe bello saperlo. C’è troppa gente che vuole insegnare cosa NON bisogna fare, senza MAI dire cosa bisognerebbe fare invece.
L’unico modo per farglielo capire sarebbe una bella denuncia civile per danni da parte dei genitori del ragazzo accusato di omosessualità dal nostro soggetto.
Mica tanto: 5 milioni di euro per cominciare.
boh. sara’ che sono vecchia, ma sinceramente la punizione mi sembra adeguata.
Premesso che per me la prof è un genio, e che ai miei tempi mi avrebbero fatto di ben peggio, la tua domanda .mau. in termini giuridici non è rilevante.
Alla legge non interessa sapere se e quale punizione fosse giusta: devono dirimire se quella particolare punizione fosse giusta. Ci mancherebbe solo il processo alle intenzioni…
Quindi il PM, se è accorto, si rifiuterà di rispondere alla tua domanda!
deficiente – mancante
uno che impedisce ad un suo pari l’accesso ai gabinetti con scuse del genere ne ha parecchie di “deficienze”; perché non ammetterlo?
Ussignur, tra maestre e prof ricordo vari casi di “scrivi 100 volte …” e nessuno si sconvolgeva piu’ di tanto ne’ invocava la Rivoluzione Culturale o la Convenzione di Ginevra.
Addirittura ti menavano i genitori se arrivavi a casa dopo che ti era stato assegnato tale compito.
Non e’ che si sta tirando su una generazione di deficienti ? :D
Uno dei tanti casi dove l’introduzione dell’impossibilità del ricorso da parte del PM quando perde in primo grado farebbe solo bene alla giustizia evitando perdite di tempo, spese inutili, liberando risorse per cose più serie e sopratutto…un segno di civiltà non solo giuridica.
Non e’ che si sta tirando su una generazione di deficienti ? :D
Annarella, ho tanto paura di sì… :(
In effetti pensavo che la macchina della giustizia avesse GIA’ qualcosa di più “prioritario” da fare… ma forse il PM che ha impugnato ha la tranquillità di non dover scrivere 100 volte “sono un idiota” in caso dovesse perdere la causa.
Ci stiamo proprio americanizzando: invece di fare le cose necessarie e che ci servono (AKA “utili”) ci perdiamo dietro a questo wanna-be-diritto e ad ogni cacatina di gatto.
Non c’erano processi che stavano andando in prescrizione per scadenza dei termini?.. non c’erano processi, costati alla collettività milioni (di euro), che non andavano avanti “perchè la macchina della giustizia non ce la fa”?.. pare che la stessa macchina che “non riesce a muoversi”, in alcuni casi ci riesca benissimo. :/
Tornando al caso, una volta la cosa si sarebbe risolta tra i genitori dei bimbi (bimbi, si, non “parti in causa”) ed i professori, con la mediazione della Direzione della scuola: sarebbe il caso che i genitori tornassero a fare i genitori, senza delegare ad un avvocato quel che non riescono ad insegnare loro.
Io dico che secondo me il ragazza andava schiaffeggiato, il padre schiaffeggiato, il pm schiaffeggiato e ora scrivo a Mastella.