Una (ennesima) brutta storia italiana

Non ho scritto nulla sulla vicenda Visco-Speciale (ma come fa uno ad avere un cognome simile?) perché non sono ancora riuscito a farmi un’idea, il che tra l’altro è preoccupante perché significa che ci sono troppe cose oscure. Intendiamoci: posso tranquillamente farmi un’idea sbagliata, non è che sto affermando la mia infallibilità :-). Però qua brancolo nel buio.
Repubblica sta facendo quadrato intorno a Visco, basti pensare che il titolo di sabato scorso era “Rimosso Speciale” e solo nell’occhiello si accennava alla delega alla GdF che il viceministro aveva rimesso nelle mani del governo. Anche oggi si trovano due articoli della task force Bonini-D’Avanzo che si mettono a raccontare di come Tremonti avesse cambiato tutti i vertici della Finanza, come se la cosa servisse a benedire la richiesta di Visco di spostare gli alti ufficiali. Più interessante il fatto, raccontato un paio di giorni fa, secondo cui Speciale l’anno scorso avrebbe fatto una regolare rotazione di tutti gli alti comandi – rotazione usuale per evitare che qualcuno rimanga troppo a lungo nello stesso luogo e rischi di non essere attendibile – tranne che per i quattro “milanesi” di cui Visco chiese lo spostamento. Ed è ancora più interessante notare come la richiesta sia dell’anno scorso, e sia spuntata fuori solamente in questi giorni.
A questo punto, potrebbe anche essere vero che Visco non abbia chiesto l’avvicendamento perché i finanzieri stavano indagando troppo a fondo sull’affaire Unipol, ma per altre ragioni, che possono andare dal timore che si stesse creando un centro di potere alternativo a chissà cosa’altro. La mia sensazione è che Unipol comunque c’entri qualcosa, anche se non è stato il motivo fondamentale. Ma sicuramente il viceministro ha commesso un errore politico enorme nel non fare la richiesta apertis verbis, ma così in segreto – ah: anche nella lettera in cui rimetteva la delega, Visco non ha affatto negato di avere fatto la richiesta. Gli errori politici si pagano politicamente, e Visco avrebbe dovuto dimettersi. Poi, fatto questo, il governo aveva non solo il diritto ma anche il dovere di rimuovere Speciale, perché un militare non può e non deve rifiutarsi di eseguire un ordine amministrativo: ma quello sarebbe stato appunto il secondo momento.
Tutto il resto sono macchiette, da Di Pietro che trova subito il nuovo motivo per prendersela con Mastella a Cossiga che afferma “sono amico di Visco e sono amico di Speciale”. Una banana per i signori.

Ultimo aggiornamento: 2007-06-05 10:59

2 pensieri su “Una (ennesima) brutta storia italiana

  1. Motumboe

    Beh, a prendersela con Mastella non si sbaglia quasi mai. Però se qualcuno mi chiedesse il perché del quasi, mi metterebbe in difficoltà…

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