A quanto pare, una ricerca ha trovato nell’aria di Roma della cocaina. Intendiamoci: il valore massimo di 0.1 nanogrammi per metro cubo è un milionesimo delle polveri sottili che ci respiriamo, e quindi non credo che riusciremo a sballare a ufo; né credo che si possa parlare di “appestare” l’aria della città come l’anonimo e catastrofista giornalista di Rep.it cerca di farci notare, infarcendo l’articolo con triti luoghi comuni, come dire che sono state trovate tracce di droga “in aree extraurbane e nei parchi cittadini dove sembrano più alte che nelle strade di traffico”, e rimarcare come la zona dalla maggior concentrazione a Roma sia quella presso la Sapienza (chissà se hanno testato anche Montecitorio).
Rep.it come sempre si scorda di mettere un link alla fonte della ricerca, ma i miei lettori sanno di poter contare su di me; qui trovate la scheda dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico, e da lì il puntatore a un PDF che non è altro che una raccolta di slide in powerpoint, con un po’ di grafici difficili da commentare se non si ha un po’ di contesto, e alcuni dati che preoccupano me, come il fatto che gli aromatici nell’aria siano in concentrazioni più di cento volte superiori alla cocaina. E da figlio di una persona morta di cancro probabilmente professionale dovuto agli aromatici, le mie preferenze le faccio.
Ultimo aggiornamento: 2007-05-31 16:06
Introdurranno le sniffate a narici alterne.
Viste le quantità, un bubbo sospettoso potrebbe anche immaginare che i ricercatori non abbiano pulito bene gli strumenti di laboratorio…
Io mi preoccuperei di altro. Da ex-chimico, ci sono diverse considerazioni da fare sul report del CNR.
Quello che manca, dato per scontato nel report e non colto in generale da nessuno, è che il concetto di tossicità dipende da diversi fattori, e non solo dalle concentrazioni di fattori inquinanti.
Mi spiego: il PM10, anche a concetrazioni basse, è ben più pericoloso degli “aromatici” a cui tu .mau. sei comprensibilmente sensibile. Due cose: nel report si cita espressamente il benzo pirene, ma non altri componenti alifatici ciclici, tipo giusto per gradire, clienti tipo toluene ed benzo-azo derivati, estremamente tossici (spero proprio che non ce ne siano).
Un fattore importante è il tempo di ritenzione. Abbiamo un composto estraneo E, con una tossicità T. L’organismo è (quasi) sempre in grado di scovare ed eliminare i composti estranei. La ritenzione R è il tempo necessario affinchè l’organismo elimini il composto E. Minore R, minore il tempo che E influisce negativamente, quindi un composto E con R piccolo a piacere rende T un fattore ininfluente. L’inverso, R->infinito rende T ancora ininfluente nel senso che sono comunque cavoli amari.
Il PM10 ha un R altissimo, molto maggiore dell’R del benzopirene, ed un T confrontabile con quello del benzopirene.
Giusto per dare una idea, il benzene (il composto aromatico più semplice) ha un R intorno alle 24 ore. Per il PM10, è in termini relativi, quasi infinito.
R è funzione del peso corporeo e dell’età dell’individuo, oltre che della natura del composto E.
Per gli aromatici, R è molto più alto per un bambino, dato che la capicità di assorbirlo è funzione dell’acqua ritenuta.
Per il PM10, influisce molto meno.
Io starei molto attento al PM10 se fossi in te…