Non ho ancora parlato del mio cambio di padrone: insomma, dell’acquisto di Telecom da parte degli spagnoli di Telefónica. Beh, le cose ufficialmente sono un po’ diverse: le azioni Olimpia, assieme alle partecipazioni di Mediobanca e di Benetton, vengono infilate in una nuova società che con grande fantasia è stata chiamata Telco e nella quale Telefónica avrà il 42%, con il resto delle azioni in mano alle banche, Mediobanca in testa, e a Sintonia che non è altro che Benetton sotto falso nome. Viene fatta fuori Pirelli, che si becca un po’ di soldi. Ma poi c’è tutta una serie di patti parasindacali – dove “sindacale” non c’entra un tubo con CgilCislUil ma è la traslitterazione dell’inglese syndicate – dove c’è scritto che gli ispanici mettono la grana ma non contano niente. Il testo integrale del comunicato lo trovate da Stefano Quintarelli.
La prima domanda che si sono fatti tutti è perché Telefónica abbia speso tutti quei soldi – tra l’altro pagando le azioni il 20% in più di quanto abbiano fatto contemporaneamente le banche – per non comandare nulla. Stefano ritiene che tra le righe del patto ci sia la possibilità per loro di raggiungere la maggioranza assoluta di Olimpia con il programmato aumento di capitale; io sono invece pronto a scommettere che il vero motivo è Tim Brazil, che permetterebbe loro di accrescere il dominio in America Latina e la cui vendita, previo scorporo, mi sa tanto sia molto vicina. Non che la perdita dell'”italianità del gruppo” mi infastidirebbe più di tanto: mi fanno ridere quei soloni che ci piangono su e al contempo plaudono all’acquisto della spagnola Endesa da parte di Enel.
Cosa capiterà a noi poveri dipendenti? Credo relativamente poco: queste sono operazioni che veleggiano ben sopra le nostre teste. La speranza è che finalmente si avrà un piano industriale ben definito, a differenza di quanto fece il non rimpianto MTP. Di per sé lui aveva anche iniziato bene: nei primi due anni aveva gettato delle buone fondamenta, semplificando la struttura del gruppo e facendo fuori un po’ di dirigenti residui del periodo dei boiardi di Stato. Peccato che poi si sia lasciato prendere dal panico e abbia pensato solo a realizzare in maniera più o meno accettabile (vendita di tutte le consociate, ma soprattutto la svendita degli immobili… a Pirelli Re) cambiando strategie per il gruppo più o meno ogni nove mesi. Possono temere qualcosa i top manager: Buora sicuramente se ne andrà, il neopresidente Pistorio pure, mentre temo che Ruggiero, novello Tayllerand, riuscirà ancora a restare in sella… esattamente come ha fatto nel passaggio Colaninno-Tronchetti.
Per tutto il resto, vedremo tra sei mesi!
Ultimo aggiornamento: 2007-05-01 12:59
e pieno di clausole questo agreement, apparentemente.
Telefonica puo dare un veto su acquisizioni e cessioni, cosa che sterilizzerebbe lattività internazionale di Telecom. o forse no. dovrà decidere la Consob.
Se Telco vende qualcosa di piu di 4 miliardi, di fatto Telefonica se ne puo andare. Questo vuol dire ad esempiola rete, tim brasil e possibilmente anche hansenet. praticamente blocca telecom.
Ma Portugal Telecom ha detto a Telefonica che mo gli vende la sua quota di Vivo (nro 2 operatore mobile braisliano).
E Telefonica sta nel board di telecom che ha Tim brasil (numero 1 mobile brasiliano)
Ma il brasile dice che la stessa società non puo stare in due scarpe. La partecipazione di Brasil telecom (rete fissa) di Telecom Italia e sterilizzata, i diritti di voto, se none rro sono sospesi. una sorta di blind trust.
Vedremo cosa dira il regolatore brasiliano, se intereverra come nel caso di brasil telecom o se dormira. io scommetterei che interverra, conoscendo Lula. Se dicesse un o di voi due deve vedere, o sterilizziamo le azioni, ci potrebbe essere lo spazio perche un magnate brasiliano si compri o vivo o tim brasil
Ma come puo Telefonica dire ai suoi azionisti vendo vivo adesso che dopo una lotta sanguinosa, Portugal Telecom ha accettato di vendergli la sua quota ? e perche poi ? per una partecipazione din TIM Brasil che non consolida ?
E Come puo telecom Italia vendere TIM Brasil senza causare disordini politici, finanziari e financo dei dipendenti ?
Intanto, Tronchetti se ne e uscito, ma la partita, IMHO, rischia di essere appena iniziata.
Sono d’accordo con te .mau, l’obbiettivo è TIM braz.
Quanto al perché Telefonica ha fatto tutto questo, per me è lineare: Enel si è cuccato endesa, e per reciprocità il governo spagnolo d’intesa con Prodi, ha fatto il cambio. E così i due governi sono contenti. Non è poco ;).
Le banche se ne andranno da Telco. Tempo 2-3 anni, se il titolo si rialza, diminuiranno parecchio la loro presenza, oggi troppo elevata. Telefonica rimarrà, e se il risanamento procede, farà un buy-back. Perché TIM Braz è una gran cosa, ma il mercato italico mica è paglia. Immagino si puppino Tim Braz per incorporazione, e tengano Telco come partecipata.
Non mi è chiaro se la tua speranza per un “piano industriale ben definito” è un “speriamo che ci sia” oppure un “ora ci potrà essere”.
Mi pare che due sono i “tesoretti” rimasti in TI:
1) Brasile
2) Denaro fresco (canoni, credito SIM, abbonamenti ADSL, ecc.)
Per tutti gli altri asset bisogna lavorare e bene (es. rete, clientela business, ecc.), ma questi due “tesoretti” sono pronti per il saccheggio da parte di chiunque voglia spiegare l’ugne.
Sperare in un (buon) piano industriale mi pare esagerato. Non mi pare che serva per riempirsi le tasche, vista l’attuale struttura del mercato italico, e comunque richiede una fatica e uno sporcarsi le mani che non è dignitoso per monopolisti, ex-monopolisti, politici e faccendieri.
O sbaglio?
la mia speranza è che qualcuno si metta di buzzo buono a farlo. Credo che l’unica possibilità sia la separazione vera della rete, perché nessun capo Telecom ci metterà soldi sapendo che poi la useranno tutti.