Ieri sul Corsera Gianantonio Stella ha racconticchiato di come l’anno scorso Gianmarco Moratti abbia speso più di sei milioni di euro per la campagna elettorale di sua moglie, donna Letizia Brichetto Arnaboldi appunto in Moratti, attuale sindaca di Milano. I soldi sono stati spesi molto bene, direi, visto che lo scarto con cui ha vinto le elezioni non è che sia stato così alto. E sicuramente Stella ha ragione quando fa notare che «se suo fratello Massimo aveva speso 19 milioni e mezzo di euro per un ronzino come Javier Farinós (Farinós!) e altri 21 per un brocco come Sergio Conceição (Conceição!), non era forse libero, lui, di puntare su una bella puledra purosangue sulla ruota di San Siro?». Resta però una punta di tristezza nel notare che oggi come oggi è ben difficile essere eletti se non si ha una barca di soldi, il che significa che poi devi trovare il modo di tirare fuori ancora più soldi durante il tuo mandato. E poi scoprire che le deduzioni per le “erogazioni liberali ai partiti” possono arrivare ai 103.300 euro, contro i 2065 massimi di deduzione per i versamenti alle Onlus fa ancora più arrabbiare: anche se nell’articolo Stella ha un po’ ciurlato nel manico, perché il risparmio fiscale relativo di Moratti è stato di meno del 2%.
Ultimo aggiornamento: 2007-05-01 18:38
Hai letto “Freakanomics”?
Oltre ad essere interessante come libro in se’, ha un lungo pezzo sull’nfluenza del denaro nelle elezioni e mostra, in base a statistiche sulle elezioni americane, come in realta’ i soldi non possano fare eleggere un perdente e che contino in realta’ molto poco.
Il libro e’ interessante perche’ affronta in modo inusuale alcuni luoghi comuni. Dagli un occhio.
ps se Veronesi fosse stato candidato, non ci sarebbero stati soldi abbastanza in Italia per fare eleggere qualcun altro. Inutile piangersi addosso ora.