Facendo finta di nulla come gli capita spesso – d’altra parte, cosa non si fa pur di non parlare del costituendo Partito Democratico… – Repubblica sta sempre sulla notizia e pubblica questa “inchiesta” di Luigi Bignami, dall’eloquente titolo Etero o gay, la scelta non è libera –
“Un gene decide il gusto sessuale”.
Nel caso non fosse chiaro, il concetto che sta dietro le tesi dell’articolo è più o meno “lo vedete? il gay è un malato”, con tutto ciò che ne consegue. Il fatto poi che le donne sembrino avere una modalità diversa per ottenere un’identità sessuale, se devo essere sincero, mi sembra ancora più maschilista.
Ma il vero guaio è che come al solito dall’articolo sul foglio scandalistico scalfariano non si può andare da nessuna parte, visto che il concetto di “approfondimento” viene da loro tradotto come “ci sono altri articoli sul nostro bellissimo giornale che abbiano delle parole in comune con questo”. Questo non è bello. Ho provato allora, nelle pause dei test che devo fare oggi, ad andare un po’ a ritroso e a cercare le fonti.
Innanzitutto questo è l’articolo del New York Times. La prima cosa che salta agli occhi è che la versione italiana è quasi esattamente la traduzione della prima metà dell’originale inglese: il “quasi” è dovuto al fatto che non è stato tradotto il paragrafetto che spiega come sia il gene SRY a cambiare la destinazione del tessuto ovarico che si trasfoma in testicolare. Non si può pretendere che si traduca proprio tutto, direte: è vero, ma senza almeno quella frasetta il titolo dell’articolo di rep.it è assolutamente incomprensibile, visto che nel corpo dell’articolo non si parla per nulla di geni, ma solo di comportamentismo. L’altra piccola differenza è che non c’è traccia della frase «Stando alle ultime ricerche – riassunte in un articolo apparso sul New York Times – mentre un uomo nasce con un indirizzo sessuale ben definito, nelle donne questo lo è di meno e succede spesso che l’indirizzo lesbico si manifesti in età adulta». L’originale dice semplicemente «I’m not even sure females have a sexual orientation. But they have sexual preferences. Women are very picky, and most choose to have sex with men» che è piuttosto diverso.
Però bisogna dire che Bignami, o le sue fonti, hanno fatto un’aggiunta, vale a dire le percentuali di gemelli mono- oppure eterozigoti entrambi omosessuali. Vediamo da dove arrivano.
Innanzitutto, Bayley è una figura moltro controversa, e quindi una sua beografia è ipso facto presente su wikipedia (inglese): biografia non esattamente elogiativa. D’altra parte, i suoi studi sono anche pubblicati, ad esempio qua (studio su gemelli australiani), qua (differenze nell’eccitazione sessuale tra uomini e donne), o qua (cause familiari nell’omosessualità maschile). Gli articoli, almeno a prima vista, sono costruiti correttamente, nel senso che non vengono solamente indicate le varie percentuali, ma anche gli altri parametri statistici: è pero vero che non mi sono messo a fare i conti, ma con insiemi così piccoli come quelli studiati da Bayley è difficile riuscire a estrapolare certezze di un qualunque tipo.
Un’ultima cosa: la parte relativa a Larry Cahill è assolutamente fuori contesto. Il suo articolo (pdf) citato con tanta foga spiega semplicemente come il cervello maschile e quello femminile sono essenzialmente diversi, ma leggendolo non c’è traccia di verifiche su LGBT, il che non è così strano visto che Cahill è un neuroscienziato e non certo uno psicologo. Onestamente, però, anche l’articolo statunitense fa la stessa confusione: non si può dare sempre la colpa ai nostri!
Ultimo aggiornamento: 2007-04-13 15:52
(giusto nel caso qualcuno me lo chiedesse: io capisco la logica di un bisessuale, non capisco quella di un omosessuale puro e duro, ma non me ne importa nulla né in un caso né nell’altro: lo stesso vale per eterosessuali e nullosessuali)
mau, non penso che tu ci debba cercare una logica. Oltre al fatto che ci togli la maggior parte del divertimento a trasformarlo in un teorema! :)
“logica” non nel senso di “derivazione formale da una serie di assiomi!”
A prescindere che le attivita’ sessuali altrui,, finche’ non mi coinvolgono direttamente, non mi interessano per nulla, non capisco il problema: se uno e’ omosessuale di nascita (colpa dei geni) o per scelta (condizionamento…), cosa cambia?
E, tremenda domanda provocatoria, non e’ che siano fatti suoi?
che l’orientamento sessuale di una persona sia un fatto suo è indubitabile.
La differenza tra condizionamento o genetica, per come la vedo io, è che nel primo caso qualcuno potrebbe costringere l’omosessuale a un trattamento psicologico, mentre nel secondo caso qualcuno potrebbe decidere che l’eugenetica sia una buona idea. Non che nessuna delle due possibilità mi sembri carina.
…ma nel senso di? In che senso capisci i bisessuali e non tutti gli altri?
da un punto di vista evolutivo, l’omosessuale puro è un vicolo cieco (esattamente come il no-sex), mentre il bisessuale è uno “che non si fa mancare nulla” (il che lo rende anche superiore all’eterosessuale puro, di per sé)
Ah, ok, la logica a cui ti riferivi era quella evolutiva…
Strano che non commenti altri punti dell’articolo che mi sembrano assai più rilevanti per la tua vita personale, per esempio il fatto che le donne preferiscano uomini intelligenti (smart). Anche se sembra un’affermazione fatta senza uno straccio di prova.
Visto che citi gli articoli, ricordo ai non addetti ai lavori che il fatto che una ricerca sia pubblicata non vuol dire che sia corretta.
Uhm… dici “da un punto di vista evolutivo, l’omosessuale puro è un vicolo cieco (esattamente come il no-sex), mentre il bisessuale è uno “che non si fa mancare nulla” (il che lo rende anche superiore all’eterosessuale puro, di per sé)”, ma mi sembra che questo sia vero sono nel senso di quelle forme “realmenete bisessuali” che sono in grado di riprodursi sia ome maschietto che come femminuccia. Non mi sembra si applichi (quantomeno, all’attuale stadio evolutivo) a quegli esseri umani che al momento si definiscono “bisessuali” (magari come Cecchi Paone), che dal punto di vista genetico restano comunque solo maschietti o (disgiuntivo) femminucce.
È perché tu confondi la necessità riproduttiva da quella di divertimento. Evolutivamente parlando, tu devi perpetuarti e quindi fare sesso con uno/a “complementare”; ma divertirti, di per sé puoi farlo con chi vuoi.
Che poi a me gli uomini non mi interessino per nulla, mentre – come dicono gli Skiantos – mi piaccion le sbarbine, è un altro conto: sto facendo un discorso generale. Al più si potrebbe essere asimoviani e parlare di una Legge Zero e dire che invece che perpetuare te tu vuoi perpetuare la specie…
mi sento di dissentire, conosco almeno una coppia di gemelli monoovulari maschi uno etero e l’altro gay.
e cosi come la mettiamo con la spiegazione genetica? :)