Adjmal Nashkbandi è stato decapitato oggi pomeriggio. Non c’è la certezza, nel senso che non è stato trovato il corpo, ma sembra proprio non ci siano dubbi.
Tutto questo mentre in Italia destra e sinistra stanno litigando: in maniera assolutamente autoreferenziale, visto che a nessuno di loro gliene è fregato nulla di una persona che per lavoro stava aiutando un giornalista italiano, e tutto quello che conta è potersi lanciare accuse reciproche. È vero, nessuno può riuscire a fare tutto, e non ci si può attivare per tutti: ma in casi come questo vedere che ci sono stati due pesi e due misure è davvero triste.
Intanto il governo afghano afferma che fu Rahmatullah, il mediatore di Emergency, a consegnare gli ostaggi ai talebani.
A chi arriva qua con le idee poco chiare vorrei ricordare una cosa: i soldati italiani in Afghanistan non c’entrano una cippa. Mastrogiacomo è un giornalista, come lo era Adjmal. Se anche non avessimo truppe là, i giornalisti ci sarebbero stati lo stesso… anche se a qualcuno piacerebbe molto di più che nessuno stesse a parlare di quello che succede fuori dalla porta di casa, o che gli unici a farlo fossero gli “embedded”, belli imbozzolati “per la loro sicurezza”.
Scusate se non auguro buona Pasqua, non mi pare proprio il caso.
Ultimo aggiornamento: 2007-04-08 20:31
Son giorni tristi quando si uccidono persone, soprattutto quando si vedono i politici scannarsi inutilmente sul loro sangue.
Concordo in pieno con quanto hai scritto e mi pento di un commento che lasciai qualche tempo fa, appena liberato Mastrogiacomo, dove, sull’onda di notizie del momento sbagliate, affermai che sembrava fosse stato liberato anche Adjmal.
Ciao
Io scrissi già all’epoca sul mio blog quanto avevo trovato ributtante la scena di Mastrogiacomo che dopo la liberazione scende dall’aereo esultando davanti alle telecamere come se avesse vinto la Coppa del Mondo. Ma in Italia non solo la politica è egocentrica e autoreferenziale, lo è anche il giornalismo.
Questo detto, non è il caso di cancellare pure la Pasqua (con tutta la gente che muore oggi come ogni giorno). Anzi, la Pasqua è proprio un simbolo di vittoria dello spirito sulla morte: mi sembra ancora più giusto festeggiarla.