Tempi duri per i ladri!

Ieri avevo parecchia roba da scrivere (per la gioia dei miei affezionati lettori…) e poco tempo a disposizione, visto che qua bisogna anche lavorare; così non mi è riuscito di segnalarvi un’interessantissima notizia tratta dalla sezione “metrosoldi” di Metro. In pratica, la Corte di Cassazione ha confermato la validità della norma del 1994 sulla “tassazione dei proventi illeciti”. Che significa? Che il malandrino che commette rapine, furti, truffe e quant’altro non solo – ammesso e non concesso che venga pizzicato e condannato – dovrà rispondere dal punto di vista penale; ma l’Agenzia delle Entrate ha il diritto di chiedere che sui redditi percepiti in questa maniera vengano pagate le tasse, immagino con un’aliquota forfettaria tipo il TFR considerando che i soldi saranno stati grattati parecchi anni prima. Ma c’è di più: quest’anno il decreto numero 223 ha ultimamente stabilito che le spese sostenute per conseguire questi redditi illeciti non sono deducibili, e quindi non si può chiedere un rimborso per il costo dell’acquisto delle mitragliette… di cui sicuramente il grassatore aveva conservato la fattura d’acquisto. Il tutto almeno fino al prossimo pronunciamento dell’Alta Corte: secondo alcuni fiscalisti quest’ultima norma è infatti incostituzionale, credo secondo il famoso principio “Gli Affari Sono Affari” (© Filo Sganga)
Permettetemi un’ultima battuta. La norma indicata all’inizio non è del 1994, ma è contenuta nella finanziaria 1994 (articolo 14, comma 4, della legge n. 537 del 24-12-1993, potete leggere qualcosa in più qua). Non avevate mica pensato che fosse arrivata all’inizio della XII legislatura, vero?

Ultimo aggiornamento: 2006-09-12 11:16