cinque anni (e qualche giorno) fa

Chi conosce il mio egocentrismo avrà già capito che non sto per parlare degli attentati alle Torri Gemelle e al Pentagono: non avrei nulla di aggiungere ai fiumi di parole che appaiono più o meno ovunque; anche se ce l’avessi non sarei in grado di farlo bene come Leonardo; e ad ogni modo un pignolo come me avrebbe scritto nel titolo “cinque anni fa”. La ricorrenza che festeggio è molto più personale: a inizio settembre 2001 nasceva questo blog.
La causa scatenante fu la mia decisione di trasferirmi da Torino a Milano: il 16 luglio 2001 iniziavo a lavorare a Rozzano, nell’allora Saritel. Staccarmi dalla mia città natia non era stato facile, e significava per me un cambio di vita più sostanziale anche di quello ai tempi dell’università: quale migliore occasione per fare qualcosa di nuovo?
Ricordo confusamente che avevo leggiucchiato di una mania che stava nascendo negli States, quella di tenersi il “diario in rete”. Non mi era nemmeno rimasta in testa la parola “weblog” (la contrazione blog è successiva), e quindi non avevo esempi a cui ispirarmi; mi sono limitato a chiedere al mio amico bolognese Salvo se aveva idea di qualche software per potere aggiungere brevi frammenti di testo. Lui mi consigliò nphp, che scaricai e misi sul mio nuovo sito, che mi ero preso al posto di quello interno a Cselt che avevo utilizzato dal 1994.
Cominciò così la mia presenza blogghettara. L’inizio non fu molto semplice: ad esempio, un piccolo errore nella gestione manuale dei backup (in pratica copiavo quello che al tempo era un singolo file su e giù tra il server, il mio pc e il mio portatile) mi ha fatto perdere quasi tutto il primo mese di “notiziole”. Tanto, se non ricordo male, non avevo scritto nulla di sensazionale, e anche l’inevitabile commento a caldo che scrissi sull’11/9 può tranquillamente restare nel dimenticatoio. Ma in genere tutto il blog era ben diverso da adesso. Innanzitutto, scrivevo molto meno spesso e molto più concisamente di adesso; non c’era il concetto di categoria di un post, e non avevo dato la possibilità di inserire commenti, fedele alla mia prima idea “qui scrivo quello che mi capita di fare” – ecco il perché del nome, tra l’altro: le notiziole dovevano essere quelle su di me, non quelle di cui parlavo. Il fatto è che non si può mai sapere come le cose evolveranno, o almeno io non lo sapevo. Ad esempio, per qualche tempo ho mantenuto un forum, che con la mia solita modestia avevo denominato “.mau. fan club”, con l’idea che chi volesse commentare poteva farlo là: bene, è stato snobbato che è un piacere e dopo un annetto l’ho chiuso. Mi sono rimaste un po’ di spille del fan club: solo selezionatissimi miei lettori ne hanno chiesta una :-)
Il blog, invece, ha retto e sta reggendo più che bene. In cinque anni ci sono quasi 2500 post, che hanno via via avuto un’evoluzione. Un paio di cose al giorno da dire in genere le trovo, ma garantisco che se non le trovo non vado in caccia di qualcosa da scrivere; ho uno zoccolo duro di lettori (FeedBurner dà un valore variabile tra i 100 e 130 al giorno: per fare un confronto, Macchianera ne fa dodici volte tanto; ho un pugno di commentatori visibili, e gli amici invisibili che mi commentano in privato o a voce, e che sono la parte che preferisco: insomma, qualcosa dell’idea iniziale è rimasta!

Ultimo aggiornamento: 2006-09-11 11:20

Un pensiero su “cinque anni (e qualche giorno) fa

  1. gabrilu

    Bello questo post sulla storia del tuo blog. Bello soprattutto che ogni tanto ci si fermi a pensare a quello che si sta facendo. Io ho aperto un blog da pochi mesi, convinta che non avrei avuto la costanza di occuparmene e che l’avrei mollato nel giro di un paio di settimane, ed invece ogni giorno che passa ci prendo sempre più gusto. Anch’io prima o poi mi fermerò a fare un bilancio, ma certo non adesso, è troppo presto. Intanto, ogni giorno che passa mi stupisco di me stessa. Mi è sempre piaciuto leggere diari, ma non sono mai riuscita a tenerne uno io. Tutte le volte che ci provavo mi sentivo così ridicola che mollavo immediatamente. Davvero, a volte ci si stupisce di noi stessi

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