Il rientro

Dopo una sensazione irreale in ufficio a metà pomeriggio (avevo le cuffie, persino Erik Satie era più interessante per me della partita) e avere scoperto alla fine del primo tempo che aveva segnato Materazzi, segno indubitabile che gli dei erano a favore degli azzurri, ho deciso che le 17 erano l’ora ideale per inforcare la bicicletta e pedalare verso casa. E in effetti, sudando un po’ oltre il normale, sono riuscito ad arrivare al cancello giusto in tempo per la fine della partita.
È stato incredibile. A Porta Genova non c’era nessuno. Ho scoperto che esistono turisti a Milano, che fanno gite in barca sul Naviglio (beh, quella è una mia ipotesi. Diciamo che ho visto la barca percorrere il Naviglio Grande, e non posso immaginare né che girasse a vuoto né che oggi pomeriggio ci fossero non dico dei milanesi ma anche degli italiani). Nessuno suonava il clacson: giusto a Rozzano qualcuno si stava divertendo con le trombe bitonali già all’inizio del secondo tempo.
In compenso, quando alle 18:15 ho preso l’auto per andare a fare il pieno, ho aspettato tre minuti che il bancomat trovasse la linea. Secondo me la nazione si era fermata per due ore e poi si è ingolfata.

Ultimo aggiornamento: 2006-06-22 20:59