Su Metro di oggi c’è una microintervista al segratario generale Assobar di Roma e provincia, in una rubrica (“Mi consenta…”) che così ad occhio mi sembra un modo per sbertucciare il tipo che accetta di rispondere alle domande. Certo però che a volte l’intervistato se le cerca anche: basta vedere cosa ha detto oggi.
All’affermazione «L’analisi parla di un rincaro del 109% dal 2001, col prezzo medio di un pasto arivato a 8,85 euro» la risposta è stata «È falso, anche perché basta vedere i ticket distribuiti dai ministeri e sono ancora di circa 5 euro». Tralasciando l’analisi logica relativa alla frase, visto che non ci è dato di sapere chi ha trasformato una subordinata relativa in una coordinata, resta il dubbio se il signor Monti sia davvero convinto che ci sia il rapporto causale “il valore dei ticket non cresce” –> “il costo di un pranzo non cresce”. Ma forse lo è davvero. Mai stupirsi nella vita.
Ultimo aggiornamento: 2006-06-09 10:57
Qui a Torino molti bar NON hanno aumentato il prezzo dei panini. Ne hanno, però, dimezzato le dimesioni.
Mi domando se sia un afflato salutista per proteggere i beneamati clienti dai rischi dell’obesità e andare controcorrente rispetto alla tendenza “supersize me” … oppure se non alberghi nei loro animi la speranza di vendere il doppio dei panini…
;-)
Nick
Non mi meraviglierebbe che l’omino in questione abbia fatto il ragionamento da te ipotizzato, se consideriamo che il suo “superiore”, il presidente o segretario della associazione ristorazione italiana a Mi Manda Rai Tre quest’inverno giustifico gli aumenti dei prezzi nei ristoranti anche con la tendenza attuale di limitarsi ad un antipasto/secondo o primo/dolce insomma raramente pasti di 4 portate. Quindi disse, diminuendo il numero di piatti serviti è aumentato il costo medio del singolo piatto… alla faccia delle leggi di mercato :)