Supermercati e tessere fedeltà

Non so quanti di voi vadano a fare la spesa nei supermercati, dove per “fare la spesa” non intendo “accompagnare la consorte e tirare fuori la carta di credito quando necessario”. Chi compra in prima persona sa che ormai praticamente tutti i supermercati hanno ideato queste ‘tessere fedeltà”. Il concetto non è poi così lontano da quello di Mefistofele con Faust. Per avere un qualche vantaggio terreno, vale a dire degli sconti, cedi la tua anima al diavolo: più prosaicamente, lasci loro una quantità di tuoi dati personali che loro possono utilizzare a piacere.
All’Iper qui a Rozzano, la cosa è ancora più chiara: assieme allo scontrino ogni tanto vengono automaticamente stampati dei buoni sconto personalizzati, che escono da un marchingegno denominato “Magic Market”. All’inizio ero convinto che la scelta dei buoni venisse fatta verificando la spesa fatta: ad esempio, quando io compravo le bottigliette di fermenti da bere al mattino, usciva il buono con un’offerta per i fermenti della concorrenza. Ma ormai questi trucchetti sono troppo banali, e la pubblicità demografica ha raggiunto nuove vette. È un pezzo che non compro più lì la pappa per le gatte; per due volte di fila il Magic Market mi ha tirato fuori dei buoni sconto per ritornare sui miei passi e prendere nuovamente le ottime buste e scatolette di una marca che non nominerò.
Purtroppo gli sconti offerti sono sempre gli stessi: io speravo invece in un’evoluzione stile suk dove l’incontro tra la domanda e l’offerta arrivasse a un prezzo più interessante. La vedete la fregatura dei sistemi monodirezionali?

Ultimo aggiornamento: 2006-05-16 16:17

2 pensieri su “Supermercati e tessere fedeltà

I commenti sono chiusi.