Google, il Garante e l’oblio

Oggi City doveva proprio aver deciso di recuperare notizie lasciate perdere per le elezioni. Perché è pur vero che il comunicato stampa del Garante per la Privacy, che è andato da Google per fargli tutelare il diritto all’oblio, è apparso ieri; ma è anche vero che Anna Masera ne parlava sulla Stampa già domenica scorsa, e non credo avesse delle talpe dal Garante.
Di cosa si parla? Beh, una donna ha digitato il proprio nome su Google e ha scoperto che tra i vari link ce n’era uno a proposito di un procedimento penale che aveva subìto e da cui secondo City era andata assolta. (Secondo la Masera, la signora era stata invece condannata, la ricerca era avvenuta la scorsa estate e l’avvenimento era di sedici anni fa; a Zeus News parlavano dell’argomento in generale a febbraio 2005; tutto questo per dire che una ricerca non dà necessariamente risultati veriteri).
Il guaio è che è un po’ duro dire che “il diritto delle persone ad essere rappresentate su Internet con informazioni esatte” si possa applicare così banalmente. Se ci si pensa su, quell’avvenimento è avvenuto, e non può essere cancellato in stile orwelliano; logica vorrebbe al limite dire “si mette un puntatore alle notizie aggiornate”, ma come si può fare il tutto in maniera automatica?
Insomma, un bel casino. Chissà che si inventeranno a Mountain View.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-14 20:24

Un pensiero su “Google, il Garante e l’oblio

  1. Pasquale

    Ho i miei dubbi sul fatto che Google intenda inventarsi qualcosa: il suo mestiere è rastrellare contenuti altrui e “venderli” in un modo o nell’altro. Non di riportare quelli più “veri” … E’ un bel problema quando un soggetto di quella portata accentra e guida il 70% dei risultati delle ricerche degli utenti con un algoritmo della cui segretezza addirittura si fa un vanto.
    Personalmente comincio a reputarlo meno affidabile dei concorrenti e le sue nuove iniziative, come Google Base ad esempio, non mi sembra vadano in direzione migliore.

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