niente rametti di ulivo, grazie

Già non capisco troppo la presa di posizione del parroco di Santa Maria Assunta a Castelnuovo Di Porto, vicino a Roma, che ha deciso che il 9 aprile – che per chi non fosse cattolico ricordo essere la domenica delle Palme – non ci sarà l’usuale benedizione dei rametti di ulivo per evitare un indebito vantaggio competitivo all’Unione e rispettare la par condicio. È vero che è stato questo governo a decidere la data delle elezioni, ma non stiamo a sindacare.
Però poi leggo che non verranno nemmeno benedetti i rami di palme, “per non dare l’idea che ci stiamo convertendo agli arabi”, e che la tradizionale processione farà un percorso diverso, “per non farla passare di fronte ai seggi elettorali”, e mi vengono in mente due cose: o il parroco in questione vuole, fortissimamente vuole, il suo quarto d’ora di celebrità, o Repubblica (sempre sulla notizia) vuole montare un caso. O forse si sono messi d’accordo?

Ultimo aggiornamento: 2006-03-14 10:36

3 pensieri su “niente rametti di ulivo, grazie

  1. Pier Luigi Tolardo

    No, è che come ha detto Berlusconi: gli ebrei che sventolavano l’Ulivo al passaggio di Gesù erano tutti comunisti, infati di lì a poco lo avrebbero crocifisso.

  2. inopera

    Ad oggi mi sono seguito 35 faccia a faccia, 6 tribune politiche, 12 cicli di dibattiti sui sondaggi elettorali e pure la puntata di “Dammi il voto e non ti deluderò”, rubrica a cura dei giornalisti riuniti per spiegare le differenze tra la scelta di voto, il voto scelto ed il voto a rendere.
    Invece per la partita di andata Prodi-Berlusconi non ho trovato i biglietti in curva, così la seguirò da casa grazie alla RAI. C’era il pacchetto promozione “Faccia a faccia – Isola – San Remo” per soli 100 euro l’anno. Imperdibile.
    Le regole prevedono che chi riceve la nomination andrà sull’isola mentre chi resta presenterà San Remo edizione Gold.
    Bisogna dire che i nostri candidati si sono scontrati sui temi più disparati, sempre con una chiarezza d’intenti invidiabile.
    Si sono affrontate importanti tematiche sociali: dalla semplice “Fenomenologia del disoccupato oggi”, all’interessantissimo “Come riconoscere un lavoratore precario per strada”.
    Si è dibattuto su argomenti come “Pensionati, casalinghe e new-economy: privatizzare o no le panchine al parco?”
    Così come si è argomentato sul più sofisticato “Meglio un figlio frocio o laziale?” e la questione scolastica con “Istruzione e cultura nell’era di Calderoli”.
    Quello più avvincente, per chi come me è ancora indeciso sul voto, resta però il simposio su “Ricerca scientifica e tempo libero: possono coincidere?”
    Secondo me si, ma non mi ricordo più chi lo ha detto!

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