Marco Travaglio è stato assolto (in primo grado) dall’accusa di diffamazione per quanto scritto da lui nel libro “L’odore dei soldi“. Berlusconi dovrà pagargli 15000 euro di spese processuali, invece che ricevere i dieci milioni da lui chiesti.
Attenzione: a quanto ne capisco io, questo non significa che quanto scritto nel libro sia tutto necessariamente vero, visto che la sentenza afferma che Travaglio “ha esercitato il diritto di critica e di cronaca”. Ma resta il fatto che Silvio avrebbe dovuto fare prima una causa penale. Troppo facile usare i soldi per intimidire.
Aggiornamento: Mi spiego meglio, oltre a ringraziare chi mi ha fatto notare l’assenza di un participio passato (“assolto”) nella prima frase. In pratica, se non capisco male potrebbe darsi che i fatti riportati nel libro siano veri, le conclusioni di Travaglio e Veltri sbagliate, ma comunque non diffamatorie. Per l’ultima frase, non so se vi siete accorti che la tattica di B. (ma anche di D’Alema ai tempi della vignetta forattiniana detta “del bianchetto”) è di fare una causa civile, non penale, con richieste di risarcimento assurde. Questo perché una causa penale sarebbe probabilmente persa in partenza; e perché in questo modo si cerca di fare paura preventiva a chi potrebbe parlare male (che è diverso da “sparlare”) di te.
Ultimo aggiornamento: 2006-03-07 17:41
Manca dopo “è stato” la parola assolto.
Poi non ho capito una mazza dell’ultima parte del paragrafo, quale causa penale e per che reato?
facile ma efficace.
Manca quel che è stato… :-)
Della paura preventiva ne hanno parlato altri interessati, ad esempio Luttazzi (vedi caso Travaglio-Satiricon) o Grillo (per un suo articolo su Internazionale contro Fininvest – ma guarda il caso!). Bisognerebbe forse fare come nell’antica Grecia, dove chi denunciava doveva subire la pena prevista se le accuse si fossero dimostrate infondate (non mi ricordo dove l’ho sentito, forse qualche versione di greco al Liceo). Complimenti per il blog! ciao
Quello che dici è giusto, aggiungo per precisione che è molto più difficile vincere una causa penale per l’onere della prova, che deve essere “consistente” e che anche se vinta, una causa penale di ingiurie prevede pene marginali, e non sarebbe quindi un deterrente.
La scelta insomma è una non-scelta, visto dalla parte di chi fa causa, ovviamente.
beh, è abbastanza normale che – una volta vinta una causa penale – poi si dia corso a quella civile proprio per avere un po’ più di soldi. Però appunto dopo…
Ehhh… questi giudici comunisti e terroristi… :D
Ho visto, a suo tempo, la trasmissione di Luttazzi: sembrava di assistere alla detonazione di una bomba atomica (hai presente quando fanno vedere i documentari, no?). ;)
Speriamo piuttosto che non si verifichi il “solito ribaltone” in appello. :|