Dichiarazione di voto

Domenica qui a Milano abbiamo le primarie dell’Unione per il candidato sindaco. Nelle migliori tradizioni della sinistra, si è scelta una giornata in cui si sapeva ci sarebbe stato il blocco della circolazione – secondo me, sono partiti dall’idea “così non vanno al mare” – e abbiamo avuto una lotta all’ultimo coltello tra i vari candidati, che temo porterà a un “effetto Orazi e Curiazi”.
Ad ogni modo, io voterò senza troppa convinzione per Davide Corritore. Gli altri?
Milly Moratti, a parte la tristissima pubblicità sull’alternativa, è l’unica candidata con un’esperienza politica, e quindi so che non funzionerebbe affatto. Bravissima persona, intendiamoci, ma come politica non mi piace affatto.
Bruno Ferrante (ma chi ha avuto l’idea di mettergli quella foto dalla faccia incazzata sul sito?) Vincerà lui, a meno che diecimila di destra si intrufolino per votare Fo. E secondo me sarebbe anche un buon sindaco. Però voglio che gli apparati di partito sappiano che non è che basti metterlo là e fargli fare quello che vogliono loro.
Dario Fo: a vottant’ann! L’entusiasmo non basta, né basta l’importanza indubbia del suo nome. Ho sentito un po’ di suoi discorsi elettorali, ed è chiaro che non ha un idea dell’indubbio casino di governare una città di più di un milione di abitanti. Sì, potrei fidarmi della squadra di assessori che sceglierebbe, ma non me la sento.
Insomma, rimane giusto Corritore. Riconosco che dirlo così non è bellissimo, ma tant’è….

Ultimo aggiornamento: 2006-01-25 11:57

4 pensieri su “Dichiarazione di voto

  1. alessio

    Bah, questa notazione sulle “segreterie di partito” un po’ mi delude da parte tua: pare che circoli questa idea per cui chiunque può proporre un candidato a sindaco, il circolo della pesca, i maratoneti democratici, il giornale del quartiere – ma i partiti politici maggiori no. Sono d’accordo che questa campagna (che ho ahimé dovuto subire contro il mio desiderio pur non essendo milanese) mi è sembrata un’assoluta corsa al ribasso.

  2. .mau.

    Se è solo per questo, anche Fo è il candidato di un partito (Rifondazione); la Milly mi pare di no, ma non ci giurerei. Il punto non è tanto chi ha candidato Ferrante, ma come è stata fatta la candidatura (e qui oltre ai partiti dovrei aggiungere i mass media, in effetti)

  3. mestesso

    .mau., ogni tanto mi stupisci (senza offesa).
    “E secondo me sarebbe anche un buon sindaco. Però voglio che gli apparati di partito sappiano che non è che basti metterlo là e fargli fare quello che vogliono loro.”
    La frase cui sopra è sempre vera. Nel senso che chiunque metta in lista un candidato sindaco lo fa, sempre e solo se, è ragionevolmente certo che sia affidabile (e con affidabile voglio dire che segua la linea politica di chi l’ha messo in lista).
    Si badi bene, *indipendentemente* dal partito che l’ha messo lì, berlusca o sinistra questo è il suo lavoro, e quello deve fare ed è giusto, faccia.
    Quello che vuoi realmente dire non è questo, ma ipotizzo, che i partiti fanno politica spicciola (alias cercare potere e non il conseguimento di una reale linea politica) ed il candidato dovrebbe essere sufficientemente forte da esserne indipendente.
    Questa distinzione, per qualcuno che si candida nella RSU, dovrebbe essere chiara ;). Senza malignità, per carità, ti rispetto troppo.
    Tu pensi non sia così e voti apposta l’outsider. A parte il rischio implicito negli outsider, che possono essere facilmente manipolati, io penso che si debba votare chi offra e si abbia ragionevole certezza faccia un buon lavoro, non chi lo abbia messo lì e come.
    Od almeno, questo io penso, ed è totalmente diverso da quello che hai scritto.
    Ho inteso male, o volevi dire qualche cosa di diverso?

  4. .mau.

    La nostra Costituzione (articolo 67) afferma che i membri del Parlamento esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato (sì, lo so, non si direbbe, ma tant’è scritto). Qui parliamo di un sindaco, ma il concetto non è tanto diverso.
    Il mio punto di vista? La mia esperienza mi ha fatto notare come ci siano troppe persone, anche tra chi fa politica – spicciola e no, la mia esperienza è sindacale e non politica in senso stretto – che partano da un principio ideologico e non stiano a pensare se quello che fanno sia davvero la cosa giusta (a loro giudizio spassionato, non pretendo la Verità Infusa).
    Il mio voto in questo contesto se vuoi dovrebbe servire a ricordare che ci sono più strade per arrivare a Palazzo Marino.

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