Fenomenologia delle sottomarche

Non lo metto sotto la categoria pipponi, perché non ho voglia di scriverci troppo; però l’idea mi è piaciuta molto, e credo che meriti quel zinzinino in più di visibilità.
Via Leibniz, sono passato a leggere questo simpatico articolo che spiega che da Starbucks è possibile chiedere un cappuccino quasi vero – nel senso che la quantità di latte è più o meno quella di un cappuccino, non come il solito – e che costa anche meno; però per chiederlo devi sapere che esiste, perché non lo vedi nel menu né è presente nel sito della società. Che ce ne importa a noi italiani che Starbucks non ce l’abbiamo, mi chiederete? Importa, importa.
L’articolo su Slate spiega infatti una cosa che almeno a me non era mai venuta in mente. Da una parte le aziende vogliono ovviamente massimizzare i loro profitti e quindi alzare i prezzi, dall’altra non possono esagerare, perché i loro clienti possono decidere di non comprare la loro merce e rivolgersi alla concorrenza. Quindi l’azienda può decidere di fare più linee di prodotti, una più cara e una meno cara. Ma a questo punto sorge un nuovo problema: magari molta gente, che non avrebbe problemi a prendere l’oggetto più caro se quello fosse l’unico, se trova quello meno caro si accontenta di quello, col risultato di fare perdere utili all’azienda. Che si fa allora? si imbruttisce volontariamente l’oggetto meno caro, in modo da disinvogliare chiunque abbia un minimo di possibilità economiche a prenderlo.
Nell’articolo veniva fatto l’esempio dei supermercati inglesi Tesco, che hanno una linea di “value products” (che non sono “di valore” nel senso di “costosi”, ma “di ottimo prezzo”) in confezioni bruttissime. A loro non costerebbe molto prendere un designer e fare confezioni più carine, ma poi correrebbero il rischio che la gente inizi a comprarli. Vogliamo fare un esempio nostrano? Trenitalia permette ancora di usare i treni interregionali, ma li nasconde accuratamente se qualcuno fa una ricerca in rete e costringe comunque il viaggiatore a fare cambi azzardati. Se proprio vuoi risparmiare, insomma, ce la puoi ancora fare; ma solo se sei costretto a farlo.

Ultimo aggiornamento: 2006-01-11 16:23

3 pensieri su “Fenomenologia delle sottomarche

  1. Ugo

    avendo lavorato in passato con l’engine che seleziona i treni nell’orario online non posso che essere d’accordo..

  2. P.G.

    Non c’è alcun dubbio: la bellezza è un sottoprodotto del capitale.
    In ogni caso, anche nelle relazioni umane e sentimentali.

  3. CV

    OT: Il fatto che lei mi abbia dato della “stronza”, nero su bianco, anzi #003333 su #fff, guasterà irrimediabilmente i nostri rapporti di vicinato. Metta al riparo il suo portaombrelli quando va in vacanza, non vorrei che si rovinassero…
    (ieri ponderavo di vandalizzarle casa, che so, un allagamento, spegnere il riscalamento, cose così insomma ma il padrone di casa è incorruttibile)
    :-D

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