Non vedo il problema: l’hanno già risolto ai tempi della legge 194. Basta scrivere nell’articolo 1 “I PACS non sono un matrimonio né formano una famiglia”. Punto.
Ultimo aggiornamento: 2005-09-20 14:08
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4 pensieri su “Ruini, i PACS e l'articolo 29 della costituzione”
Barbara
Un po’ OT: a me pare che l’articolo rilevante non sia il 29 ma il 3. Estendere il diritto al matrimonio alle coppie omosessuali me ne sembra una diretta applicazione. Io e te abbiamo usato il diritto al matrimonio, e mi secca che ci sia chi questo diritto non ce l’ha.
Se c’e’ richiesta – e mi pare che ci sia – per un legame diverso, con un altro nome e altre caratteristiche, non vedo che cosa c’entri l’articolo 29.
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.mau.
Non chiedere a me che cosa c’entri l’articolo 29… è quello che ha detto Camillo.
L’articolo tre è un po’ troppo generico: non vieta agli omosessuali di sposarsi, vieta loro di sposare chi vorrebbero sposare. Ma se è per questo, io non potrei sposare una mia eventuale sorella…
Ma la sapete una cosa che non riesco a spiegarmi? E’ che io (e non credo d’essere il solo) sono sposato solo civilmente, e questo mi risulta essere, dal punto di vista della Chiesa, del tutto equivalente a “non sposato”. Epperò per lo Stato lo sono, ‘aspita, e già qui mi perdo. Ruini pensa anche a me, quando parla di “coppie di fatto”? se sì, qualcuno gli può spiegare che la Repubblica Italiana mi considera sposato? Se no, qualcuno spiega a me come faccio ad essere, per la chiesa, nè sposato nè di-fatto-accoppiato, con prole annessa?
Boh.
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.mau.
Immagino che sia un concetto tipo «già adesso è una vergogna con queste “coppie di fatto”, ma non andiamo ancora più avanti con la vergogna».
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Un po’ OT: a me pare che l’articolo rilevante non sia il 29 ma il 3. Estendere il diritto al matrimonio alle coppie omosessuali me ne sembra una diretta applicazione. Io e te abbiamo usato il diritto al matrimonio, e mi secca che ci sia chi questo diritto non ce l’ha.
Se c’e’ richiesta – e mi pare che ci sia – per un legame diverso, con un altro nome e altre caratteristiche, non vedo che cosa c’entri l’articolo 29.
Non chiedere a me che cosa c’entri l’articolo 29… è quello che ha detto Camillo.
L’articolo tre è un po’ troppo generico: non vieta agli omosessuali di sposarsi, vieta loro di sposare chi vorrebbero sposare. Ma se è per questo, io non potrei sposare una mia eventuale sorella…
Ma la sapete una cosa che non riesco a spiegarmi? E’ che io (e non credo d’essere il solo) sono sposato solo civilmente, e questo mi risulta essere, dal punto di vista della Chiesa, del tutto equivalente a “non sposato”. Epperò per lo Stato lo sono, ‘aspita, e già qui mi perdo. Ruini pensa anche a me, quando parla di “coppie di fatto”? se sì, qualcuno gli può spiegare che la Repubblica Italiana mi considera sposato? Se no, qualcuno spiega a me come faccio ad essere, per la chiesa, nè sposato nè di-fatto-accoppiato, con prole annessa?
Boh.
Immagino che sia un concetto tipo «già adesso è una vergogna con queste “coppie di fatto”, ma non andiamo ancora più avanti con la vergogna».