Dilbertismo galoppante

Ieri sera eravamo a Monza a cena dai miei suoceri, e siamo passati in gelateria a comprare del gelato (lo so che in questi tempi postpostmoderni sembra il luogo meno adatto, ma tant’è).
Dovevamo pagare 6.58 euro. In un impulso in puro stile Dilbert, ho dato 52 euro e 10 centesimi. Allo sguardo perso della fanciulla, ho avuto un momento di rimorso e le ho detto “così mi deve dare 45 euro e mezzo di resto”, tanto i due centesimi non mi cambiano la vita. Nessuna reazione. Ripeto con più calma: niente. Arriva un’altra commessa, le dice “dai, faccio io”, vede i 52 euro e 10 e sbianca un attimo: poi si riprende e mi dà quarantacinque euri e cinquantadue centesimi, lasciandomi le mie monete.
Usciti, Anna mi dice “ma hanno fatto i conti giusti?” e io “No. Mi hanno dato due euro in più”. La prossima volta magari si fideranno di più di me :-)

Ultimo aggiornamento: 2005-06-13 15:04

5 pensieri su “Dilbertismo galoppante

  1. gibbo

    Perche’ non ha usato la tecnica del complemento che usano tutte le cassiere con un minimo di mestiere.
    Prima dai il resto a 6.60, poi il mezzo euro e arrivi a 7 e 10 e gli dici “e ora sono 5”, poi gli dai i 5 e arrivi a 10, poi i 40 e arrivi a 50. Lo so sembra complicato, ma chi e’ del mestiere fa cosi’ e non devi neanche pensare o fare dei calcoli.
    L’ho fatto per anni, e’ il sistema piu’ rapido.

  2. .mau.

    Dilbert (www.dilbert.com) è un fumetto con protagonista un ingegnere sfigato. In una vignetta di alcuni anni fa, è al supermercato e il cassiere dice “3 dollari e 87” al che lui gli fa “ecco 9 dollari e 12” (ricorda che in USA hanno i quarti di dollaro, quindi il resto sarebbe stato semplicemente una banconota e una moneta). Nell’ultima vignetta Dilbert sorride pensando “è compito di noi ingegneri aiutare la gente” mentre il povero commesso è lì con la lingua in fuori a contare sulle dita il resto…
    Insomma, il dilbertismo è mio.

  3. kOoLiNuS

    Ho notato che e’ una cosa (quella di nn saper conteggiare il resto) abbastanza diffusa nel nord.
    Provate ad andare in una qualsiasi mercato popolare del meridione, dove il contadino sa parlare un italiano approssimativo, dove tutti i clienti uomini sono “dottore” o “avvocato”, e vedete se loro non sanno far di conto :-D

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