All’inizio del mese abbiamo avuto nella nostra bellissima sede di Rozzano le assemblee di Telecom, Tim e TIMedia, non so esattamente in che ordine. In effetti, come ho già raccontato, il pian terreno dell’edificio che ci ospita ha un centro congressi, che non ho mai visto ma deve essere simpatico; e in questi tempi di ristrettezze mostrare di non andare a cercare chissà quale sede quando si ha una soluzione in casa è sempre una mossa fine. Abbiamo avuto così per qualche settimana operai che montavano pannelli bianchi e rossi in compensato col logo aziendale, riverniciavano i muri, tagliavano l’erba, piantavano aiuole fiorite e posavano la moquette sui corridoi. Infine l’età dell’oro: tripudio di auto blu con relativi autisti, guardie del corpo in verde, parcheggi requisiti. Niente Afef, peccato.
La settimana successiva ci siamo ancora trovati un po’ di gente esterna; sempre nell’ottica di ottimizzare gli investimenti, sono state dedicate un paio di mattinate alla premiazione dei dipendenti con 25 e 30 anni di anzianità di gruppo.
Poi anche questa età dell’argento è terminata, e si sono ripresentati gli operai, per immagazzinare ordinatamente tutto quanto era stato piazzato nelle settimane precedenti. Si vedevano fogli appiccicati man mano sui manufatti (sì, anche la moquette!), con la destinazione prevista da qualche parte in Lombardia, da Bergamo a Cesano Maderno. La Restaurazione era pronta a dispiegarsi, come dopo Waterloo. E proprio come la Restaurazione, qualcosa non è però tornato come prima.
La mensa è rimasta dimezzata, con la parete in cartongesso che separa la parte riciclata come sala stampa; peccato che l’ingresso sia rimasto dall’altra parte del muro, e che per entrare in mensa adesso occorra uscire e infilarsi dal retro. Se non lo sai rimani spiazzato: anche ieri ho dovuto guidare un paio di consulenti che già temevano di saltare il pranzo.
Poi ci sono i posti per handicappati. Li avevano disegnati così bene, e sono solo due. Oramai sono definitivamente occupati da due auto, una delle quali lascia in bella vista un permesso forse vero di ingresso (ma senza poter sostare!) all’interno dell’ospedale nonsoquale che il nostro guidatore probabilmente considera un passepartout per ogni dove. L’altra è direi meno ipocrita, e si limita a parcheggiare senza aggiungere nemmeno un finto foglio. A Rozzano capita anche di questo.
Ultimo aggiornamento: 2004-05-28 10:02