Qualcuno degli affezionati lettori di queste notiziole è riuscito ad entrare (mi hanno detto che sono state rimandate indietro un centinaio di persone, tra cui il mio collega Adolfo). Per gli altri, che dire? Il match non è stato il massimo, soprattutto l’inizio era lento. Ci siamo scaldati un po’ man mano, devo dire che la sceneggiata napoletana è stata la migliore che abbia mai visto, con pezzi cantati, una storia che andava avanti e non troppa gente in campo. Io ero in panchina, non è il mio forte.
Per chi vuole sapere di me: ho perso il sorteggio e così sono stato il capitano della squadra di Milano. Non è andata così male come temevo l’altro giorno: almeno nei battibecchi con l’arbitro sono stato abbastanza pronto, il che – come ha commentato Anna – può avere significato un paio di punti in più per la mia squadra, visto che il pubblico tende a favorire le battute alla costruzione delle storie. Per il resto, la mia critica preferita dice che sono stato legnoso in campo – l’avreste mai creduto? – e che aveva preferito il match della settimana precedente tra Milano e Chianciano. La mia interpretazione migliore deve essere stata quella dello zio Furio, che doveva essere un boss siciliano. Visto che dall’altra parte avevo il Puleo che è un logorroico e un battutaro, ho deciso di stare fondamentalmente zitto, e lavorare di sguardi, oltre che sovrastare con la mia altezza. Nella ninnananna cantata non ho fatto a tempo a mettermi d’accordo col Busti, il solista della nostra squadra, e quindi i duetti sono venuti male, tranne una frase che siamo riusciti a cantare all’unisono con le stesse parole senza averla preparata. Le didascalie della categoria “cinema muto” sono state quasi sufficienti, la fucilata con rumore finale debole, e non per nulla avevo deciso di partire per primo.
La mia scena migliore è stata però ai saluti finali, quando ho fatto finta di inciampare. Non solo Anna alla fine, ma la mia compagna di squadra mi ha chiesto se mi ero fatto male…
Ultimo aggiornamento: 2004-02-09 14:44