Biglietterie automatiche

Trenitalia non è capace di fare andare avanti i treni – vediamo quanto ritardo avrò stasera! – ma bisogna dare onore al merito, quando capita.
Oggi pomeriggio passo da Porta Susa e ne approfitto per prendere il biglietto, usando la macchina automatica. Metto una banconota da 50 euro (ebbene sì, lo ammetto: sfrutto le macchinette come cambiadenaro!), e ricevo il resto. Conto le banconote, e arrivo solo fino a sette: insomma, mancano 5 euro. Riconto: niente da fare.
Mi metto allora in coda paziente allo sportello. Di per sé avrei davanti solo un tipo: peccato che questo voglia andare a Barcellona, e non voglia convincersi del fatto che una cuccetta costi 222 euro sola andata, e che non ci sia posto per il ritorno. Dopo una decina di minuti, tocca a me: senza troppe speranze chiedo all’impiegata se ci sia qualche possibilità di riavere i miei soldi. Un altro impiegato dietro fa “lascia, faccio io!”, e un terzo mi chiede “qual era la macchina, e a che ora si è verificato il fatto?” Gli spiego tutto, e dopo un paio di minuti di controllo mi fa “sì, abbiamo riscontrato un’anomalia: firmi qua per ricevuta, ed ecco i suoi soldi”.
Che bello. Non tanto per i soldi, quanto per l’efficienza.
Aggiornamento: il treno è arrivato tre minuti in ritardo, insomma virtualmente in orario. È stato fregato da un TAF che a Rho si è piantato davanti fino a Certosa.

Ultimo aggiornamento: 2003-07-08 19:58