Targhe alterne

Questa settimana a Milano si viaggia a targhe alterne catalitiche. Questo significa che la mia vecchia Tipo è ferma. Oggi avrei potuto prendere in prestito la Tipo appena meno vecchia di Anna, ma non ne avevo voglia: così posso dare il resoconto di una giornata ciclistica (ieri) e una coi mezzi (oggi).
In effetti c’è molto meno traffico per le strade, il che per un ziclista è una iattura: chi c’è va più veloce e se ne frega allegramente di chi sta pedivellando. Il vantaggio da questo punto di vista ce l’hanno i tram: mentre generalmente supero della grossa il 3 o il 15 in Montegani-Meda-San Gottardo, questa volta sono stato surclassato.
In compenso, usare metropolitana e bus intercomunali è da suicidio. La gialla, che è già di suo la più sfigata, si è riempita già a Zara; la verde era relativamente vuota, ma solo perché doveva essere passato un altro treno un minuto e mezzo prima; il bus dell’AMP, oltre che essere arrivato come al solito all’ultimo momento, era così pieno che mi sono fatto il percorso in piedi, e non ho così potuto andare avanti con la mia guida alla formazione degli accordi scritta sul palmare.
Resto ad ogni modo dell’idea che le targhe alterne siano una tavanata galattica. Molto meglio, se si vuole togliere traffico, obbligare ad avere un car pool anche solo di due persone per auto. E meglio ancora potrebbe essere tirare fuori dal dimenticatoio quella legge che ha istituito i “buoni mobilità” sulla falsariga dei buoni pasto, quindi detassati. Anche questo aiuterebbe il traffico, ma né aziende né sindacati sembrano intenzionate a portare avanti questa strada. Boh?

Ultimo aggiornamento: 2003-02-04 09:58