Venerdì scorso sono andato in Friuli con mio cugino e la sua compagna, per la festa per i novant’anni di mia nonna (bella festa, eravamo più di quaranta parenti…)
Dopo avere provato sulla mia pelle cos’è la Milano-Bergamo alle 17, ed essermi sorbito quattro chilometri di coda per incidente a Vicenza, l’idea di sei ulteriori chilometri a Mestre mi ha fatto decidere di uscire a Padova e infilarmi nella vecchia statale per Treviso, dove avevamo deciso di fermarci a cena perché la Piera aveva sentito che doveva essere una città carina (al che io e mio cugino ci siamo guardati, e abbiamo stabilito che era proprio meglio far vedere quanto era bella).
Dopo un giro per parcheggiare peggio che Milano – ma c’era un concerto nientepopodimeno che di Venditti nella zona dove eravamo entrati – siamo andati verso il duomo alla caccia di una pizzeria. Non trovando nulla, ci siamo avvicinati a un gruppo di persone per chiedere qualche consiglio: uno di questi ci dice “nessun problema” (beh, aveva un po’ di confusione tra destra e sinistra…), ma ci dice “prima prendete un’ombra?” La Piera rimane interdetta un attimo, non essendo usa al dialetto veneto, e il tipo entra nel negozio semichiuso lì vicino e ne esce con tre bicchierini di bianco (l’ombra, appunto…) gentilmente offerti.
Dirò: mi sono sentito a casa…
Ultimo aggiornamento: 2002-07-22 11:06