Ladri di biciclette

Stasera alle 22 sono andato in bicicletta fino da Monica. Mi sono fermato un’oretta, avendo legato con cura la bici a un bel lampione illuminato. Uscito per tornare a casa un’ora dopo, vedo una volante ferma all’angolo, e un poliziotto mi fa “è sua quella bici?” Rispondo di sì, e quello mi dice “il signore lì” – e mi indica un tipo probabilmente marocchino – “gliela stava rubando. Guardi qua.” E mi fa vedere il cavo già quasi tutto tagliato. Dire che avevo preso il cavo invece che la catena perché mi sembrava più robusto: bleah, domani (oggi) ritorno a comprare una catena.
Ma la cosa più strana è stata il poliziotto che, dopo avere preso i miei dati, mi chiede se voglio fare denuncia. Io gli dico “mah, è vero che è colto in flagranza di reato e quindi arrestabile, ma ne vale la pena?” E lui mi porta in disparte e mi fa “Questo tipo è una vecchia conoscenza, è un tossicodipendente, e dice che non riesce a entrare nelle comunità. Ma passando dal carcere forse è più facile”. Non garantisco della realtà di tutto questo.
Ad ogni modo, mi hanno gentilmente concesso di fare denuncia in via Tirreno e non in questura: visto che è a cinque minuti in bici da casa mia ho accettato. Nel tempo di verbalizzazione mi sono solo passati un tipo con un po’ di droga (non chiedetemi cosa, non sono un grande esperto) e due prostitute che però erano catalogate in maniera diversa – di nuovo non chiedetemi perché: una era vestita quasi normale, però.
C’era però un punto a favore: l’aria condizionata.
Vabbé, per questa volta mi è andata bene. Si fa più in fretta a comprare una catena che una bicicletta…

Ultimo aggiornamento: 2002-06-23 02:40