Quanto "naturalmente"?

Non volendo avere una TV in casa a Milano, ascolto molto la radio e tra le mie trasmissioni preferite c’è Zapping. Essa, oltre a permettermi di vedere come i vari TG preparano la scaletta dei titoli, mi fa acculturare con la par condicio degli ospiti, e divertire a sentire come il Dottor Forbice tratta gli ascoltatori.
Ieri sera Fiamma Nirenstein parlava della situazione in Medio Oriente, e raccontava di un suo colloquio con Barak a proposito del fiasco di Camp David, non capendo perché Arafat avesse rifiutato la proposta di avere uno stato palestinese e il ritorno dei profughi, naturalmente nello Stato Palestinese.
La stupidità di questo ragionamento mi ha dato da pensare. Prima di essere tacciato di antisemitismo, mi affretto ad aggiungere che io sono assolutamente contrario a questo “ritorno dei profughi”. A parte che la grande maggioranza di loro non è mai vissuta nel territorio israeliano per banali ragioni di età anagrafica, anche i vecchi sono andati via perché convinti dagli altri paesi arabi che sarebbe stato un breve esilio fino a che lo stato ebraico sarebbe stato distrutto: e dal ’49 in poi i palestinesi sono sempre stati malvisti e confinati nei campi profughi dagli altri paesi arabi, che dovrebbero iniziare loro a mettersi una mano sulla coscienza. Pragmaticamente, è ovvio che l’unica soluzione logica è insediarli in Cisgiordania.
Ma l’implicita asserzione della Nirenstein implica l’idea che questo stato palestinese sarebbe in pratica il backyard israeliano, nella migliore delle ipotesi un protettorato… e non è certo in questo modo che si può pensare di avere una pace, ammesso che sia mai possibile averla.

Ultimo aggiornamento: 2002-04-06 13:02