La proposta di una tassa (pardon, di un tributo parafiscale…) sulle carni per permettere di fare i controlli sulla loro qualità sarebbe una simpatica barzelletta, se non fosse tristemente vera.
In un paese normale, lo Stato fa i
controlli severi, e i produttori meno scrupolosi sono costretti ad alzare i prezzi per ottemperare ai controlli, mentre quelli corretti non avrebbero problemi. Il differenziale di costo diminuirebbe, e si avrebbe quindi una spinta implicita verso il consumo di carne di qualità.
Noi no. Il sistema sarebbe troppo facile, e poi siamo così abituati a mettere su una nuova tassa… la benzina docet.
Eppure tutta la cosa mi dà un senso di déjà vu. Non è che l’idea di pagare per gli aggiornamenti software per correggere i bachi di sicurezza si stia facendo strada anche nella old economy?
Ultimo aggiornamento: 2002-02-11 12:56