Oggi è dura. I muscoli delle gambe non sono abituati a una sfacchinata come quella di ieri, e i movimenti - specialmente scendere le scale - sono tutto un dolore. La giornata non ha perciò offerto molto: giro al mattino per il mercato coperto, che non è che fosse tanto particolare, e pomeriggio a Stavros, da dove sto scrivendo. Questo posto sta sull'estrema propaggine dell'Akrotiri, e ha una spiaggia anche bellina: il mare è limpido, ma non eccessivamente pulito, e le rocce rendono difficile fare il bagno. Per una volta, abbiamo deciso di fare i signori e prendere un ombrellone con due sdraio.
Non avendo molto da dire, aggiungo qualche considerazione varia sulle cose viste in questi giorni, per l'acculturazione del simpatico mio lettore. Iniziamo dalle case: ho già fatto notare come moltissime case hanno già pronti gli spuntoni di ferro per portarsi avanti col lavoro e fare una colata di cemento per il secondo piano, ma ho dimenticato di aggiungere che tutte le case hanno il loro bravo pannellino solare per scaldare l'acqua. Bravo, direte voi, con tutto il sole che c'è laggiù! Certo la cosa darebbe dei problemi a Milano, ma nel sud dell'Italia non credo la situazione sia poi così diversa da qua, però non mi pare ci sia tutto questo fiorire di pannelli. La mia impressione è che il governo greco dia dei forti incentivi, il che potrebbe fare bene anche da noi. In compenso, non direi proprio che ci sia una sensibilità ecologica negli abitanti: chissà se esiste una parola greca per "raccolta differenziata" o "riciclo".
Continuando a guardare per la strada, è interessante notare i tipi di negozi più frequenti. Anche qui faccio una piccola digressione: sono andato avanti per decenni a credere che noi italiani fossimo degli stupidi a usare il termine "farmacia" mentre i tedeschi col loro "Apotheke" erano più rispettosi dell'originale greco... e invece qui mi sono trovato solamente delle "Pharmakeio". Faccio ammenda.
Tornando ai negozi, è incredibile il numeo di minimarket che si possono trovare, che superano di gran lunga anche i locali di ristoro. Presumo che ogni bravo genitore ne faccia uno per ciascuno dei figli cadetti, che non possono proseguire il lavoro paterno. Ma anche a Creta il futuro avanza: se appena un posto supera i cento abitanti, state certi che avrà almeno un Internet Cafè, coi suoi bei computer nuovi. Anche qua si possono fare varie ipotesi: i cretesi si sono convinti a torto o a ragione che i turisti non possono sopravvivere senza leggere la propria posta elettronica; i locali non vogliono o non possono farsi una connessione internet a casa; lo spirito di imitazione non è solo prerogativa giapponese. In mancanza di meglio, un negozio di videogames sembra poi essere considerato un accettabile sostituto.
Per quanto riguarda la strada principale, abbiamo la New Road e la Old Road. Si chiamano proprio così: i cretesi devono essere fieri di questa nuova arteria che per la maggior parte dei casi assomiglia a una simpatica statalina italiana, anche se con molti meno incroci o uscite. Ogni tanto, le due vie si intersecano: sulla vecchia si trovano i cartelli che dicono ad esempio "diritto, Heraklion Old Road; a destra, Heraklion New Road" che quando sono scritti in greco e magari semicoperti dagli arbusti danno qualche problema di interpretazione. "Neo odos" è la strada nuova, e "Paleio odos" quella vecchia, se siete nei pasticci. Ma della segnaletica parlerò in seguito.
Infine, un consiglio sulle cose da portarsi per il viaggio... oltre alla patente. Quello che ci è mancato di più sono stati una borsa termica e un coltellino svizzero. Li terremo presenti per la prossima vacanza.
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