Sabato 23 agosto, h 16:30

Abbiamo lasciato Lentas questa mattina, dopo avere pagato l'aria condizionata e avere visto nella seconda curva dopo il paese un carro attrezzi che cercava di sollevare una macchina che era capottata, fortunatamente solo per qualche metro. Il viaggio non è stato molto interessante, salvo scoprire che la via principale di Mires era occupata dal mercato, e avere dovuto cercare un modo per tornare indietro a prendere la strada di sotto. Non è esattamente una cosa banale.

Tornati sulla costa nord, abbiamo visto due notevoli differenze rispetto a quella sud. Innanzitutto, c'è molto più verde. Mentre a sud il massimo che si poteva trovare erano degli ulivi, ma era il cardo a farla da padrone, e per giunta secco, qui ci sono molti alberi di varie specie, e in generale un'impressione di freschezza. La seconda differenza è nello stile delle abitazioni: mentre a sud erano per così dire ruspanti, qui sono molto più pretenziosi, anche se non è che i risultati siano poi così favolosi. Anna definisce il tutto come "vorrei, ma non posso": certo che uno si chiede quale sia il vantaggio di un caotico sistema pseudooccidentale come questo. Ah: abbiamo anche visto un negozio che vende chiesette...

Ad ogni modo, lasciata la superstrada che qui non è poi così larga, ci siamo buttati nella zona di Kalyves per vedere se valeva la pena di fermarsi qui. Abbiamo pranzato in una taverna un chilometro prima del paese. Essa dava sulla spiaggia, se si può

definire spiaggia una robetta di sì e no tre metri di ampiezza con una fila di sdraio "gratis per i clienti". E' anche vero che il mare era mosso, e forse in condizioni normali si sarebbe stati un po' meglio. Il servizio è stato quello classico cretese, vale a dire senza nessuna fretta: il formaggio era buono, ma il resto mediocre.

Rimessisi in viaggio, abbiamo stabilito che Kalyves non ci aggradava - troppo turistica, e con la spiaggetta troppo affollata - e nemmeno i paesi successivi erano meglio: forse Plaka, ma dovevamo comunque scendere in spiaggia in auto, e chi ce lo faceva fare? E' così nata una discussione tra me e Anna, alla fine della quale abbiamo stabilito di fermarci ad Hania e lei ha telefonato a uno dei posti indicati nella guida, il Vranas Studio, per fermare una stanza.

h 20

Le cose sono andate in maniera leggermente diversa. Siamo arrivati nella simpatica città di Hania, abbiamo lasciato l'auto ai margini della città vecchia, e ci siamo incamminati. Viste le distanze non certo eccessive e notato che il Vranas è in una zona piuttosto vivace, abbiamo fatto finta di nulla, prolungato il giro, e siamo finiti alla fine al Kasteli, che era anche segnalato nella Lonely Planet. Mi rimane qualche dubbio, però: non tanto sul fatto che il tizio preferisse il pagamento cash e non carta di credito, quanto sul prezzo dello studio, che ci è stato detto essere di soli 45 euro invece che i 100 ufficiali. Speriamo in bene. Abbiamo anche preso due biglietti all inclusive per le Samaria Gorge, 25 euro a testa, di cui 16 e mezzo si pagheranno a lui e 8 e mezzo direttamente sul bus. Mah.

Il pomeriggio era ormai passato. Abbiamo cercato di andare a un supermarket "serio", per scoprire che almeno al sabato esso chiude alle 18. Siamo arrivati alle 17:59 e non c'era nulla di strano, ma Anna ha voluto parcheggiare un po' meglio e siamo arrivati alla porta alle 18:01. E la porta era chiusa. Vabbé, ho fatto i miei famosi occhi dolci alle commesse, e ci hanno aperto: non abbiamo potuto prendere molto, ma almeno l'indispensabile. In realtà abbiamo poi visto che c'erano un paio di minimarket sulla via commerciale, ma ad ogni modo non è che ci sia un grande assortimento di cibo.

D'altra parte, come ho potuto sincerarmi meglio con una passeggiata mentre Anna si riposava, Hania è un posto di levantini: ti vendono di tutto, soprattutto imiitazioni, e queste viuzze della città vecchia sono tutte un negozio. Aggiungete poi il fatto che in genere i tipi di negozi simili tendono a stare vicini, e vi trovate cinque vetrine con oggetti in cuoio, poi tre gioiellerie, quattro coltellerie. Non proprio il massimo.

Più simpatico vedere l'uscita degli sposi al termine di un matrimonio, né grosso né grasso ma greco, anzi cretese. A quanto sembra, invece che i confetti qui usa distribuire una specie di pane dolce, rigorosamente confezionato. Con la mia faccia tosta di cui sopra, mi sono avvicinato e me ne sono preso uno. Niente commenti, grazie.

h 23

All'ora di cena tutta la parte verso il porto è piena di taverne, ciascuna col suo bravo buttadentro che rompe le palle per farti mangiare nel "suo" ristorante. Noi volevamo però seguire le indicazioni delle nostre guide, e siamo stati da Apostoulos. Polliice verso. Il servizio non è per nulla gentile, il fritto misto di pesce che abbiamo ordinato non era chissà cosa, e insomma non si capisce come questo posto sia così considerato.

P.S.: ho poi scoperto che Apostolis ha due ristoranti. Magari l'altro, che è più nascosto perché è proprio l'ultimo alla fine della sfilza, sarà stato quello giusto.

Casa a Hania da fuori e verso fuori ; case stile Pisa


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