Michaela Biancofiore e i bias statistici

Dopo tre giorni continuano ad avere eco le affermazioni dell’onorevole Biancofiore, che nell’illuminata trasmissione radiofonica La zanzara avrebbe affermato «Perchè secondo voi queste donne proliferano in Italia e in tutto il mondo? Con chi vanno, con le donne? Almeno per l’iniziazione, tutti gli uomini sono andati con le prostitute, è sempre stato così».

Il problema dell’onorevole Biancofiore è che nella scuola italiana – e finanche in quella sudtirolese, direi – non si insegna normalmente probabilità e statistica. Non ho dubbi che gli uomini che lei conosce siano andati tutti a prostitute: ma è ben noto che le conoscenze di una singola persona sono un campione distorto e quindi non dovrebbero essere prese come base per un’affermazione sull’intera popolazione. Già i sondaggisti sbagliano: figuriamoci questo tipo di generalizzazioni!

Ultimo aggiornamento: 2015-04-10 11:16

13 pensieri su “Michaela Biancofiore e i bias statistici

  1. mestesso

    Lungi da me spezzare una lancia alla Biancofiore che detesto, ma è pur vero che un paio di generazioni fa era pratica comune nella buona borghesia italiana far perdere la verginità al figlio maschio tramite operatrici sia professioniste o part-time, come le governanti ed in generale l’utilizzo in età giovanile delle suddette. Tra i nomi più noti mi viene in mente Alberto Sordi che non ne aveva mai fatto mistero, ma erano davvero in tanti i rampolli benestanti a fare così. Che sia o meno un campione distorto, in tutta sincerità non me ne può fregare meno.

    1. .mau.

      Un paio di generazioni fa le case chiuse erano legali, e l’onorevole Biancofiore è nata nel 1970, non nel 1930

      1. mestesso

        Oggi la casa chiusa si chiama internet ;-). Il punto è culturale, non legale/amministrativo. E rimane valido ed attuale. Che poi sia o meno un campione rappresentativo non è importante nel contesto.

        1. Gennaro

          Questo “punto culturale” mi sfugge completamente, perche’ questo concetto degli uomini che fanno l’iniziazione con le prostitute mi e’ del tutto estraneo (e non parlo di me, ma di tutti quelli che conosco ed erano adolescenti con me. Ma non solo). Peraltro, da quando le case chiuse non ci sono piu’, andare a prostitute comporta andare in zone orribili, dove sia le prostitute che i (potenziali) clienti sono generalmente davvero poco raccomandabili – zone dalle quali la “buona borghesia” si tiene alla larga

          1. mestesso

            Anche io vengo da una cultura diversa da quella della Biancofiore, ma so benissimo che esiste una classe sociale dove questo ed altro succede.

            La prostituzione oggi è a tutti i livelli, dal marciapiede all’ultimo piano del grattacielo, ed ognuno va al piano che più gli aggrada ;-). Questo da entrambi i lati (domanda ed offerta).

            Spero di dare una cultura diversa ai miei figli. Spero perché le spinte che vengono dall’ambiente (il fine giustifica i mezzi) sono molto potenti e non facili da contrastare. Vincere non è banale.

          2. un cattolico

            @gennaro: come affermava mestesso è secondo me vero il contrario. Non so se a Napoli sia piú facile trovare una prostituta d’appartamento al Vomero piuttosto che a Scampia, ma a Roma è noto che sia cosí: Parioli, Via Veneto, Borgo Pio, Campo de’ Fiori, Piazza Navona e Piazza Mazzini hanno molte piú escort di Tor Tre Teste, Boccea o Borgata Finocchio. Dove per escort non si intende piú donnine istruite che si vendono per cifre a 3 zeri, ma qualunque donna usi la Rete come mercato.

            Il tuo discorso vale chiaramente per le prostitute per strada, sebbene marginalmente: l’EUR è assolutamente quartiere bene eppure è costellato di donne dell’Est la notte, proprio sotto le ville dei potenti (che infatti si lamentano animosamente e tentano da tempo di convincere sòr Ignazio a istituire sempre in zona delle vie bordello a cielo aperto poco abitate, dove il meretricio sia tollerato e i clienti non multati… con l’unico nobile fine di non averle piú sotto casa ma un poco piú in là).

        2. nicola

          @mestesso
          Certo, il punto è culturale. A me, di fare un’affermazione del genere, non sarebbe mai venuto in mente. Vuol dire qualcosa?

          E poi: cosa vuol dire che nel contesto era irrilevante il fatto statistico?

          1. .mau. Autore articolo

            @nicola: tu non dovevi difendere Silvio Berlusconi, per quello che non ti è venuto in mente. (Sull’irrilevanza del fatto statistico non so che dirti: io ho cercato nel mio piccolo di avvisare l’onorevole Biancofiore dei problemi legati alla statistica relativi alla sua affermazione, non potete dirmi che la cosa è irrilevante)

  2. Gennaro

    Vorrei anche notare che se in Italia ci sono circa 2.5 milioni di adolescenti e circa 25.000 prostitute (numeri tirati giu’ da Google) allora, in media, ogni prostitua introduce alle gioie del sesso un centinaio di giovani. Numero non sconvolgente, ma una funzione sociale di immensa importanza :-) [ok, ok, i conti sono piu’ complicati di questo, ma tant’e’]

  3. un cattolico

    E comunque il conduttore Cruciani irride chi lo insulta nei social nello stesso modo in cui una prostituta irride il cliente: “Anche io ti amo, tesoro!” :-D

    P.S.: visto che è prodotto da Il Sole 24 ORE ne approfitto per una domanda probabilmente banale: perché tutto maiuscolo quell’ORE? Acronimo?

    1. .mau.

      Per quanto ne so il quotidiano sa
      salmonato nacque con la fusione tra Il Sole e 24 ore, ma non ho idea delle majuscole

  4. Isa

    Le case chiuse in Italia sono… definitivamente chiuse dal 1958. Di che lasso di tempo parlate, quando parlate di “generazioni”? Non è una domanda retorica. Che i giovani maschi (non so quanto borghesi, peraltro, dato che per i borghesi e quelli più ricchi di loro c’erano le serve, ed erano gratis) fino a un certo punto siano stati liberati dal pesante fardello della verginità per mezzo del ricorso al meretricio è un fatto, ma è un fatto vecchio. È intervenuta una cosa che si chiama “rivoluzione sessuale”, nel frattempo, di cui date l’impressione di esservi scordati, e che ha cambiato un po’ l’approccio all’esercizio della sessualità autonoma, sia per i maschi, sia per le femmine.

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