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pacce sf. inv. [Bologna]
- Una patch. Esiste anche il verbo pacciare.
pacchetto sm.
- 1. [Fido] L'insieme dei messaggi scritti da un point o da un BBS e pronti per essere spediti ad un altro sistema. "È due giorni che il mio bbs è bombato; chissà che pacchetto mi arriverà, adesso che pollo!". È usato anche in ambito internet, nel caso ci si scarichi la posta in locale e la si rimandi al sistema cui ci si collega tutta insieme. Etim.: dall'inglese packet. - 2. L'unità mimina di dati spedita da un sistema, nel caso la rete su cui è collegato non accetti dati in maniera continua, ma solo a gruppetti: ad esempio, ITAPAC o ATM) - 3. L'unità di dati spedita da un programma che testi le funzionalita` di rete: il comando ping è il più famoso del lotto. - 3. Un software comprato o prelevato da un bbs. "Se ti serve un pacchetto per fare grafici, prova a dare un'occhiata a gnuplot." Etim.: dall'inglese package.
pagina sf.
- 1. [raro] L'unità fondamentale di memoria (di solito variabile dai 512 byte agli 8 KB) caricata in memoria per l'esecuzione da parte del processore. - 2. Un documento WWW, specialmente se è l'introduzione a un argomento, o ai servizi offerti da un sito, oppure ancora è la presentazione di una persona (quella che in inglese si dice home page ). Etim.: dall'inglese page.
paginare vi.
- Detto di un calcolatore multitask che comincia a swappare i dati che ha in memoria per caricare altri programmi. Usato generalmente quando la procedura impiega parecchio tempo, e magari fa frullare il disco. "La Microsoft afferma che puoi usare Windows95 anche con solo 4 mega di RAM, ma in pratica pagineresti solo". Etim.: dall'inglese to page.
panciare vt. [Fido]
- È stato notato dopo ampi studi fisiognometrici che l'aspetto fisico dei sysop spesso si può raggruppare in due categorie: i piccini e magri (esempio canonico è l'Uomo col Cappellino, anche noto come Cesare Dieni), e i grandi e grossi (ricordo ad esempio Ermanno Iencinella, e l'Andrea Mennini di un tempo, prima che perdesse 50 chili). Addosso a queste persone, la pancia non è più una semplice parte del corpo, ma diventa una pericolosissima arma di offesa. Guai al tapino che si trova panciato da un paio di costoro! Potrebbe avere dei problemi a raccontare le sue disgrazie ai nipotini. E questi non sono gli unici effetti deleteri di tali figuri! Quando almeno quattro di essi si avvicinano a meno di una distanza di sicurezza, si creano delle alterazioni del campo gravitazionale che rendono difficile la fuga delle persone che capitano loro vicino.
Nel caso la vittima sia un volvox, si preferiscono torture molto più raffinate: si parla in questo caso di grissinare.
paperino
- La terza variabile metasintattica, dopo pippo e pluto. Usata solo negli esempi a voce, data la sua notevole lunghezza: se uno deve scrivere un frammento di programma necessitante di tre variabili metasintattiche, probabilmente userebbe pippo, pippo1 e pippo2.
parserare vt.
- Convertire i dati in ingresso in una forma comprensibile. Può essere fatto automaticamente da un programma, o anche da una persona. Es.: "Non ho capito cosa diavolo hai detto. Puoi mica parserarmelo?". Etim.: dall'inglese to parse, analizzare. Da notare la derivazione non standard. La forma "parsare", più vicina all'originale, non è apprezzabilmente usata.
partire vi.
- Iniziare l'esecuzione. Il termine può applicarsi indifferentemente a un programma ("Non appena il programma parte, ti chiede il nome del file di dati da processare"), oppure a un sistema ("La situazione sembrava instabile, così ho deciso di ribustrappare il mio PC. Solo che adesso non parte più...").
Pasquale
- Nomignolo dato al Pascal, linguaggio di programmazione che dalla fine degli anni '70 e per un decennio sembrava l'unico degno di portare tale nome, soprattutto nella versione Borland immediatamente rinominata TurboPasquale. A discredito di tali voci, l'estensore di queste note assicura che si è guardato bene dall'impararlo, anche se si può trovare traccia di programmi da lui sviluppati in Pasquale, ed è sopravvissuto fino ad oggi senza alcun problema. Vedi anche Vero Programmatore.
patch /peecc(e)/ sf., raro sm.
- 1. Correzione al sorgente di un programma dopo che è stato posto in uso o distribuito e diffusa separatamente da esso. - 2. Correzione agli eseguibili di un programma effettuata senza ricompilazione, per es. con un debugger o mediante caricamento o collegamento di nuovi moduli mentre il sistema è in funzione. - 3. Una correzione fatta male, o alla svelta, o troppo tardi. Il termine non è necessariamente applicato al software. V. taccone, toppa.
patchare /pecciare/ vt.
- Modificare un programma, manualmente oppure mediante programmi appositi - il più noto dei quali si chiama, indovinate voi?, patch - in modo da correggere alcuni bachi oppure aggiungergli delle potenzialità minori. Etim.; dall'inglese to patch, rattoppare.
patterna /patt'erna/ sf. [Roma]
- Uno schema, visto appunto come strutturato. Una patterna di bit può essere ad esempio 01001001, trovato per cinquanta volte di fila per indicare che i campi corrispondenti non sono stati ancora riempiti. Etim.: dall'inglese pattern".
PCmicia /picim'icia/ agg. inv.
- [Bologna] Le schede PCMCIA, quelle insomma che si usano con i notebook o anche con i palmari, previo adattatore. Questa pronuncia emiliana non è poi così insensata, se si pensa che i poveri americani dovevano dire qualcosa tipo "pisiemsiaiei", e infatti dopo qualche anno decisero di rinominarle "PC card"... [VV]
PD /pid'i/ agg. inv.
- Acronimo che sta per "Public Domain" (dominio pubblico). Un programma lasciato nel PD è in un certo senso "disconosciuto" dal proprio creatore: chiunque può utilizzarlo come gli pare, incluso il venderlo a qualche volpino che non sa che è liberamente utilizzabile... Vedi freeware.
performante agg.
- Che ha delle prestazioni generalmente ottime, a meno non si usi una litote: "La Sun non è performante" significa che i calcolatori Sun sono delle ciofeche che non vanno avanti nemmeno a spingerli. La performance non è calcolata solo sulla velocità di CPU, naturalmente, ma in generale sulle operazioni che si vogliono fare.
permessi sm. pl.
- Le possibilità di utilizzo garantite a diversi gruppi di utenti (tipicamente il proprietario, il gruppo di appartenenza e il resto del mondo) per un file. Tipici permessi sono quelli di lettura, scrittura ed esecuzione; Unix ne ha di esoterici, come il setuid che fa in modo che il programma venga eseguito con i diritti del proprietario. Il termine è sempre usato al plurale: "I permessi sono malsettati" anche se c'è da cambiare un solo bit.
perplimere vt.
- L'infinito del verbo che al participio passato fa "perplesso", ovviamente! "Questo programma mi perplime parecchio: ogni tanto sembra che si diverta a leggere l'input in maniera sbagliata". Inutile dire che, non appena creato il nuovo verbo, questo ha subito assunto una coniugazione propria: il nuovo passato remoto è "perplettei, perplettesti, perplettè...", mentre il participio passato diventa "perplimto". Sì, con la emme.
pesante agg.
- 1. Che consuma molti cicli macchina, detto di algoritmo o programma. È sempre associato a un qualcosa di completo, non solo a una sua parte (non si parla perciò di ciclo while pesante, tanto per intendersi). V. sedersi. - 2. Molto ampia, praticamente totale. "Ho fatto una pesante ristrutturazione del codice di Binkley: ora non dovrebbero esserci più busy wait".
piallare vt.
- Cancellare da un disco rigido una gran quantità di dati, o più spesso formattarlo (per essere sicuri di averlo piallato del tutto, immagino!) [PR]
piantarsi vr.
- Di un programma, bloccarsi. La terminazione può essere visibile (viene emesso un codice di errore e ritorna il prompt di sistema) oppure invisibile (il programma continua a girare all'infinito). Cfr. inchiodare, sign. # 2.
picchiaduro sm. inv.
- Un videogioco il cui solo ed unico scopo è picchiare come forsennati uomini, alieni, animali e oggetti non bene identificati. Solitamente con connotazioni negative, indica anche qualcosa di grezzo e barbaro. Vedi spara-spara.
piccione sm. [Torino]
- 1. personal computer con enormi quantità di risorse (memoria, disco). A gennaio 1996, il minimo assoluto si situa intorno ai 16MB di RAM e 1.6GB di disco, ma ovviamente questi dati tendono a crescere più o meno geometricamente. - 2. (spreg.) PC con MSDOS e Windows, contenente almeno tre pacchetti software incompatibili tra loro, sì che occorre ribustrappare tutte le volte che si passa da un pacchetto all'altro. L'avvento di Windows '95 ha enormemente aumentato il numero di piccioni esistenti. Etim.: da PC, col suffisso accrescitivo -one; per il significato 2, probabilmente con incrocio tra l'insulto piemontese "picio" e "coglione".
ping sm.
- Esclamazione usata per controllare se una persona è ancora presente, o la sua mente sta vagando chissà dove. Può anche essere riferita in terza persona: "Fai un ping a Tizio, che non lo sento da tutta la mattinata". Se mi si indirizza un "ping .mau.", il modo canonico di rispondere è ".mau. is alive", mimando il comportamento dell'omonimo programma presente sotto UNIX (che a sua volta ha preso il nome dal suono fatto dai sonar).
pipe /p'aip/ sf.
- 1. L'operazione per cui si fa associare lo stdout di un programma allo stdin di un altro programma, in modo che il primo "dia da mangiare" al secondo. L'operazione corrispondente viene definita mettere in pipe. I filtri sono particolarmente adatti a tali operazioni, tanto che spesso sono strutturati apposta per ottimizzare le prestazioni quando usati in pipe. - 2. Il carattere ASCII 174, "|", che viene usato per indicare l'operazione di mettere in pipe. - 3. Un tipo speciale di file Unix (per la precisione, il suo nome completo è named pipe) che funziona come una pipe. Se si cerca di leggere da una pipe, infatti, il programma rimane in attesa fino a che qualcuno scrive sull'altro lato della pipe. Viceversa, se si scrive troppo, rimane impossibile aggiungere dell'altro testo fino a che non si "svuota" la pipe leggendo qualcosa dall'altro lato. Etim.: termine inglese, letteralmente "canna", "tubo".
pippo
- La prima variabile metasintattica. Non lasciatevi spaventare dal parolone qui sopra: si intende semplicemente la variabile usata quando serve specificare "una variabile scelta a caso", e quindi per contrappasso occorre scegliere un nome che tutti riconoscano immediatamente per casuale. Ed è riconosciuto davvero da tutti gli italiani: un modo sicuro per vedere all'estero se c'è qualche italiano a lavorare su una workstation è vedere se si trova un file di nome pippo, che contiene generalmente della roba che serve sul momento. L'uso è meno stupido di quanto si pensi, visto che se uno ha bisogno di fare spazio e trova un file di nome pippo può cancellarlo senza pensarci su. Senza poi menzionare il fatto che le lettere che compongono la parola sono vicine tra loro sulla tastiera, e quindi è molto facile digitarle. Gli americani userebbero foo, bar, e baz: le altre variabili metasintattiche italiane sono invece pluto e paperino.
PLOP [Macintosh]
- Il mitico rumore che una linea telefonica farebbe quando la connessione viene staccata. Sono aperte le votazioni per fare diventare tale suono onomatopeico un acronimo a tutti gli effetti.
pluto
- La seconda variabile metasintattica italiana. V. pippo.
point sm. inv. [Fido]
- 1. L'insieme dei programmi che permettono ad un utente di BBS di avere un proprio sistema personale che si può collegare trasparentemente agli altri sistemi (v. pollare). - 2. Gli utenti che usano un point, nel significato precedente. Etim.: Dall'inglese point, punto, a causa del fatto che nella terminologia FidoNet un BBS è indicato come zona:net/nodo, e i point di un BBS appendono al nome un punto e il loro numero identificativo, come in 2:335/533.2 .
pollare vt.,vi.
- 1. [Fido] Chiamare un BBS in maniera non interattiva utilizzando un point, per spedire i messaggi scritti fuori linea e recuperare quelli scritti dagli altri utenti. Etim.: dall'inglese to poll, nel senso di sondare e per estensione provare fino a che si riesce ad avere una possibilità. - 2. Controllare a intervalli regolari lo stato di una variabile, in modo da potere eseguire le opportune azioni quando questa viene modificata. Non è un bel modo di programmare, ma alle volte è l'unico possibile.
[*] porta sf.
- 1. Nei calcolatori, i connettori a cui si possono attaccare delle periferiche esterne. Un tempo si parlava di porta parallela (per la stampante), porta seriale (per tante cose, tra cui il modem), porta giochi (per il joystick), e porta mouse; oggi è più facile trovare le porte USB e quelle FireWire. - 2. [UNIX] Il numero che identifica il tipo di servizio di rete cui ci si vuole connettere. Ad esempio, telnet usa la porta 23, mentre HTTP generalmente usa la 80. Etim.: dall'inglese port ("porto", nel senso traslato di "punto di ingresso" come la New York Port Authority), sovrapposto al significato italiano femminile di porta. [MAX]
protocollo HTTP la 80. Etim.: dall'inglese port, con possibile sovrapposizione del significato italiano di porta.
portabile vt.
- Di programma, che può essere compilato su piattaforme hardware differenti senza problemi (solitamente perché le caratteristiche peculiari di ciascun sistema sono incapsulate in parti di codice speciale, e il compilatore sceglie solo quelle necessarie).
portare vt.
- Modificare il sorgente di un programma in modo che possa essere compilato su una piattaforma diversa dall'originale. La cosa può non essere affatto banale, nel caso il programma originale sfrutti pesantemente delle caratteristiche specifiche della macchina di partenza. Vedi anche portabile.
postare vt.
- Inserire un messaggio in un'area pubblica. "Ho appena postato la risposta alla tua domanda in UNIX.ITA sui thread... Leggila e dimmi se ti funziona." Notare che non esiste un verbo apposito per mandare messaggi privati, ma si devono usare circonlocuzioni tipo "mandare un mail (un matrix)". La cosa più divertente è che in italiano esiste un verbo postare, ancorché raro, che ha come primo significato "Collocare a posto, mettere al suo posto" e che potrebbe essere usato come utile invito a utilizzare i gruppi piu` adatti :-) Etim.: dall'inglese to post, spedire (di messaggio).
problema hardware loc.
- 1. Usato scherzosamente per indicare che la causa del mancato funzionamento di un'apparecchiatura è dovuto a una stupida dimenticanza, come tipicamente non avere attaccato la spina o collegato un cavo. "Sono rimasto dieci minuti a impazzire col monitor che non si accendeva, prima di accorgermi che era un problema hardware... qualcuno aveva messo male il cavo, e non faceva bene contatto". - 2. Usato anche nel caso non si riesca a risolvere, o non se ne abbia voglia, un'incompatibilità tra un programma e la macchina su cui dovrebbe girare. "Questa routine continua a comportarsi in modo anomalo nonostante tutte le correzioni. Probabilmente è un problema hardware".
Problema, Suo loc.
- 1. La classica frase pronunciata da un system administrator - sia o no pagato per fare il sysadm: quello che conta è il sentirsi tale! - quando un utente viene da lui a piangere perché ha un problema che egli non ritiene di dover risolvere, perché lui non avrà occasione di imbattersi presonalmente in quel problema, o semplicemente non lo ritiene interessante. - 2. Nella forma plurale "Loro Problema", viene tipicamente usato in una guerra santa, e sottolinea il fatto che l'operazione di cui si sta parlando è banale per "noi", ma complicata o impossibile per "loro". "Non riescono a stampare in doppia faccia da Macintosh? È un Loro Problema". Etim.: Da PA (Problema Altrui), traduzione dell'acronimo inglese SEP (Someone Else's Problem) coniata dallo scrittore umorista Douglas Adams per indicare un campo di invisibilità dall'azione formidabile: la gente in realtà ti vede fisicamente, ma si dimentica della tua esistenza perché si convince che ciò che sta vedendo è per l'appunto un problema altrui.
processare vt.
- Prendere dei dati da parte di un programma e trattarli. Ad esempio, un programma per il calcolo della media dei voti ottenuti da uno studente processerà la lista dei suoi esami. Etim.: dall'inglese to process. È interessante notare che l'origine della parola è quella del nostro "processo", anche se a prima vista non sembra...
processo sm.
- Un'unità computazionale indipendente all'interno di un sistema multitask. Più precisamente, "processo" è l'esatto equivalente del termine inglese task. Ad una applicazione corrispondono uno o più processi, a seconda di come essa è strutturata. Anche i demoni sono però dei processi, anche se non corrispondono a nessuna applicazione.
processore sm.
- Vabbé, questo lo sapete tutti. Un processore è quel coso nero, una volta rettangolare ma oramai spesso quadrato, che gli fanno anche la pubblicità alla TV ed è il cuore del vostro sistema multimediale che vi siete appena comprati. I pubblicitari sono molto bravi a inventare queste immagini tanto poetiche, ma non ci spiegano mai come faccia ad essere così potente, visto che poi uord ci mette sempre una vita a girare... In realtà software Microsoft e hardware Intel hanno sviluppato una specie di simbiosi perversa, nella quale i miglioramenti nelle prestazioni di quest'ultimo sono esattamente contemporanei al crescere del barocchismo del primo.
prompt sm.
- La stringa di caratteri che indica che il sistema è pronto ad accettare i comandi dall'utente.
protocollo sm.
- Un modo codificato per fare sì che due sistemi si possano scambiare informazioni. Tale "codificazione" può essere fatta da un ente di standardizzazione apposito, o nascere da un'azienda che sta entrando in una nuova nicchia di mercato, o essere semplicemente un accordo tra due amici. Vedi anche HTTP, protocollo di trasferimento, e protocollo di trasmissione.
protocollo di trasferimento
- Quando due modem trasferiscono dei dati, occorre che si mettano d'accordo per segnalare quando i dati cominciano, quando finiscano e se sta andando tutto bene. A differenza dei protocolli di trasmissione, questi non sono standardizzati ufficialmente, ma solo di fatto: vale a dire che tutti i programmi hanno in genere la possibilità di richiamarli. I protocolli più usati in Italia sono questi: Se si ha molto materiale da spedire nelle due direzioni (e se il protocollo di trasmissione è simmetrico...), può essere poi conveniente usare un protocollo bidirezionale, in modo da ridurre il tempo complessivo di trasmissione. A questa categoria appartengono altri nomi strani come Bimodem e Janus.
protocollo di trasmissione
- Visto che i modem esistenti sono di moltissime marche, occorre dare delle specifiche su come il segnale viene modulato, in modo da permettere il collegamento, e magari su alcune convenzioni per correggere per quanto possibile gli errori. Qui di seguito viene data una lista di raccomandazioni emesse dal CCITT, l'organismo mondiale di standardizzazione, per le velocità dei modem. Tra le altre raccomandazioni, voglio ricordare la V.42 (correzione di errore: il modem provvede automaticamente a correggere gli eventuali errori di trasmissione, in modo che all'utente la linea sembri pulita anche se un po' lenta), e la V.42bis (compressione dati: il trucco con cui alcuni produttori di modem a 2400 bit/sec riescono a convincere i polli che in realtà possono andare a 9600 bit/sec). Vedi anche ARQ, HST, MNP.
prototipare vt.,vi.
- Specificare quali sono i parametri di una funzione (se ad esempio son numeri interi o stringhe di caratteri). A rigor di termini, il prototipo (dall'inglese prototype) è la specificazione di una funzione utilizzata nel seguito, dove al posto di ogni variabile viene semplicemente scritto che tipo di variabile è; in pratica, l'unico uso che si sente in Italia è quello accennato sopra. La scienza in questione è naturalmente la prototipìa...
provider sm. inv.
- La società che fornisce l'accesso a internet. Se volete, l'equivalente del padrone di casa, visto che come quest'ultimo è sempre mal visto perché troppo caro e fornente servizi schifosi, ma si starebbe molto peggio se non se ne riuscisse a trovare nessuno.
proxy sm. inv.
- Un calcolatore che riceve delle richieste di accesso a risorse remote che provengono da altre macchine, compie la richiesta per conto proprio, e infine ritorna il risultato al calcolatore che aveva fatto la richiesta originaria. I proxy sono soprattutto utilizzati quando si ha una rete protetta, con una sola macchina che può accedere all'esterno. Se questa macchina è configurata da proxy, tutti gli altri calcolatori possono ottenere i dati dall'esterno della rete, appoggiandosi al proxy.
pseudo sm. inv.
- Il nomignolo con cui una persona si collega ad una bbs o un qualunque sistema che non richieda obbligatoriamente il proprio nome. tipicamente preso da fumetti, fantascienza, o frasi più o meno note. Generalmente non si applica al caso in cui si usi un nome falso ma verosimile, a meno che il vero nome della persona in questione sia ben conosciuto da tutti; in questo caso, lo p. è un vero pseudonimo.
puntatore sm.
- Una risorsa che possa dare maggiori informazioni su quello che cerchiamo. Ad esempio, un puntatore per vedere come si scrive una classe in C++ potrebbe essere lo Sturmtruppen. Molto usato nelle domande: "Avete dei puntatori per le estensioni dell'HTML?" significa che non mi interessano tanto le estensioni di per sé, quanto piuttosto il file che le contiene. Etim.: dall'inglese pointer, per estensione dal significato informatico (una variabile che contiene l'indirizzo di un'altra variabile).
puppatore sm. [Fido]
- Un utente che si collega ai BBS unicamente per prelevare file, senza nè inviarne a sua volta nè scrivere messaggi. Purtroppo è la stragrande maggioranza dell'utenza dei BBS, almeno in Italia.

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Compilazione © 1993-1998 Maurizio Codogno
Alcune voci sono liberamente adattate dal "Jargon File" v. 4.0.0 e precedenti, a cura di Eric S. Raymond.
Questo testo può essere riprodotto in tutto o in parte, purché non a fini di lucro, e citandone la fonte.