quadruplicare
Eppure non parrebbe così difficile, almeno a prima vista: se duplicare significa “moltiplicare per due”, quadruplicare dovrebbe significare “moltiplicare per quattro”. E molti la pensano così: se un'azienda con un giro d'affari di un milione di euro l'anno ha quadruplicato il suo fatturato, è passata a quattro milioni, e presumibilmente è molto contenta.
Però c'è qualcuno che non è d'accordo. E lo scrive a chiare lettere, come si può vedere ad esempio in questo comunicato (in PDF). Sono quelli che costruiscono infrastrutture ferroviarie. Per loro, infatti, “quadruplicare” significa semplicemente “portare a quattro binari”, il che andrebbe benissimo se la linea ferroviaria originale fosse a binario unico; ma visto che in genere in questi casi si parte con la linea a due binari, quello che si ha in pratica è un banale raddoppio. Di per sé capisco il problema: negli anni addietro aggiungere un secondo binario era la norma, e a furia di parlare di (corretti) raddoppi il termine ha preso per così dire vita propria. Ma non è che sia obbligatorio usare una sola parola! scrivere “la linea X-Y passa a quattro binari” non manda nessuno all'inferno…
Nota: dopo aver scritto la versione iniziale di questa etimologia mi ha scritto Alex, dicendomi che l'origine dell'espressione sta nel fatto che una linea dal punto di vista ferroviario è sempre costituita da un binario, perché è sul singolo binario che sono tarati i vari regolamenti. Questo significa che una linea costruita a doppio binario sarebbe una linea raddoppiata, anche se non avesse conosciuto un solo giorno di esercizio con un solo binario. Il termine quadruplicamento si riferisce dunque alla linea in sé e non alla differenza tra il prima e il dopo.
Dal punto di vista burocratico questa spiegazione non fa una grinza, claro. Resta però il guaio di partenza: “quadruplicare” continua a significare “moltiplicare per quattro”. Basterebbe dire “rendere la linea quadruplice”, usando quindi un aggettivo “statico” e non un verbo “dinamico”, e i regolamenti ferroviari e la matematica (oltre alla lingua italiana) sarebbero tutti felici e contenti. Chissà se riusciremo mai a raggiungere un risultato simile!