Il significato della parola "nottataccia" ha assunto una nuova definizione. Sono sicuramente stato sveglio fino alle quattro e mezzo del mattino, e ho poi dormito male fino alle nove; e non è che Anna abbia fatto tanto meglio. Gli è che la stanza retrò al Relais non ha la tv, della qual cosa non ci importava nulla, ma nemmeno il condizionatore: quindi ieri sera ci sono entrate delle zanzare in stanza, per la mia somma gioia. Aggiungiamo poi un letto corto, stretto e con le testate: ciò è significato che ogni volta che intendevo girarmi, e mi capitava spesso visto il caldo, quasi mi alzavo e facevo un cigolio unico; il materasso un po' sfondato aiutava anche a farmi rotolare da una parte all'altra. Terminiamo infine col nominare i simpaticoni che alle tre di notte si sono amabilmente messi a chiacchierare sotto la nostra camera. Insomma, ero distrutto.
Fatta la colazione come uno zombie, ho continuato a sbadigliare per tutta la strada verso il faro, che avevamo scelto come meta mattutina, confidando che - se anche avessimo saltato un cartello di indicazione - almeno avremmo avuto un punto di riferimento ben visibile. In effetti siamo arrivati fin lassù, solo per scoprire che il faro era chiuso, con un incerto cartello in legno "fermè - travaux" che a dire il vero cozzava un po' con la scritta all'interno della parte recintata, che si limitava ad avvisare di stare attenti durante le visite. Non potendo comunque fare molto altro, abbiamo provato a vedere se c'era qualche spiaggetta sul lato sud dell'isola: solo che da questa parte ci sono solamente i calanchi, vale a dire delle scogliere che vanno a picco sul mare. Quindi tu arrivi più o meno a venti metri in linea d'aria dalla superficie dell'acqua, solo che i venti metri sono due in direzione orizzontale e diciotto abbondanti (come insegna il teorema di Pitagora) in direzione verticale; l'unico conforto è un cartello dove ci deve essere scritto l'equivalente di "è pericoloso sporgersi". I sentieri perlomeno sono carini e si addentrano per il bosco, oltre ad essere troppo stretti per permettere il passaggio delle biciclette. L'ultimo che abbiamo percorso era davvero stretto, e probabilmente non era nemmeno considerato ufficialmente un sentiero, tanto che finiva con una catenella: ci siamo passati sotto... e siamo arrivati all'Oustau de Diou, che è l'unica spiaggetta a sud. Già chiamarla spiaggia pare esagerato, ma in confronto al resto...
Visto che però c'era troppa gente per metro quadro, abbiamo lasciato perdere, e siamo tornati dalla strada ufficiale, che però - tanto per cambiare - si perdeva all'arrivo alla tenuta della Courtade. Come nostra abitudine abbiamo fatto finta di nulla e abbiamo attraversato la tenuta a fianco dei vigneti, per arrivare finalmente alla spiaggia omonima che però non ci è piaciuta. Meglio, non è piaciuta ad Anna, io ero sufficientemente stanco per accettare qualunque cosa mi permettesse di sdraiarmi. In pratica abbiamo lasciato perdere, tanto era già passato mezzogiorno, e siamo ritornati al villaggio a mangiarci i nostri panini e stenderci un attimo a letto. Sono quasi riuscito a dormire un quarto d'ora :-) prima che ci rimettessimo in cammino verso Notre-Dame, che era ventosa e quindi ancora più pericolosa per le scottature.
La sera, il ristorante-pizzeria che avremmo voluto scegliere era chiuso: probabilmente comincia a tenere aperto solamente nei weekend, anche perché comincia davvero a esserci poca gente. In effetti, le scuole francesi iniziano domani, e quindi molte famiglie se ne sono andate. Per restare al nostro concetto iniziale "ci vuole una pizza", abbiamo allora scelto Le Mistral. Peccato che le pizze, invece che con la mozzarella o il surrogato di mozzarella, fossero... all'emmental. Peggio per noi.
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