Dopo esserci fatti colazione in camera, avere verificato che effettivamente all'hotel Mèdes non ci sarebbe stato posto per i prossimi giorni mentre al Relais de la Poste la prenotazione c'era, ed esserci fatti pelare ben bene dai negozianti locali - due mele, due banane e una fettina d'anguria sei euro... ci siamo avviati verso la spiaggia, come nostro uso dopo le 11. Abbiamo dato anche una scorsa al giornale locale, il Var-matin che è forse ancora più locale del provenzale La Provence: basti dire che era dedicata un'intera pagina a Porquerolles con titolone a sei colonne "ieri è iniziata la vendemmia". In effetti ieri pomeriggio, mentre tornavamo dalla spiaggia, avevamo visto un trattore con qualche contadino che sembrava darsi da fare coi tralci... ma grazie al potere della stampa ne abbiamo avuto la certezza.
L'idea originaria era di provare ad andare alla spiaggia nera, all'estramità occidentale dell'isola. C'è solo stato qualche piccolo problema. La spiaggia è infatti indicata nella cartina dettagliata che ci hanno dato in fotocopia in albergo, ma non nei cartelli segnaletici che si trovano sulle stradine. Inoltre, accanto ai cartelli non c'è una piantina per dare un'idea di dove siamo, così ci siamo fatti un giro dell'oca per arrivare alla Plage d'Argent che era comunque sulla strada. Proseguendo, abbiamo avuto la brillante idea di non fare la strada sulla costa, ma quella interna: dobbiamo avere perso il sentiero giusto, e la strada ci ha così portato... al Mas du Langoustier! Comincio a capire perché sono sempre in giro coi pulmini: sono a più di tre chilometri dal porto. A questo punto, sprezzanti del cartello "vietato l'ingresso a chi non è ospite" - mica volevamo tornare indietro chissà fin dove! - abbiamo attraversato il complesso e siamo finalmente arrivati su una serie di spiaggette. Quella che poi si è rivelata essere la Plage Noire, non essendo interdetta ai natanti, era un insieme unico di barche e proprietari: abbiamo deciso, visto che era già mezzogiorno e un quarto, che la Plage Blanche dall'altra parte sarebbe stata più che adatta.
All'arrivo abbiamo visto da un lato una serie di lettini con ombrelloni, presumo dell'albergo; il fort Langoustier in alto ci sovrastava, mentre i gabbiani in basso erano lì in attesa. Uno di loro, più intrapendente degli altri, si è avvicinato a uno zaino vicino al quale c'era un panino in vista e se l'è portato via, tra le urla dei proprietari: del panino, ovviamente. Tra i gabbiani, di due specie diverse, c'è comunque una rigida gerarchia e c'è chi presidia il territorio dagli intrusi. Il "capo" addirittura disdegnava i pezzetti di pane, pur impedendo agli altri di raccoglierli, e si avvicinava a meno di mezzo metro in attesa del companatico. Se gli buttavi un pezzetto di prosciutto, stai certo che non cadeva neppure a terra!
Il tempo era bellissimo, giusto con qualche nuvola di calore sopra la terraferma; la spiaggia è, come capita qui, stretta ma sabbiosa, anche se a riva diventa sassosa; l'acqua è sempre pulitissima, e ho visto qualche pesciolino nuotarsene tranquillo e beato, senza preoccuparsi né di me né dei gabbiani. Io, che come al solito in acqua ci vado poco o niente, mi sono preso una bella scottatura nonostante avessi accuratamente messo il solare, e così verso le 15 ce ne siamo tornati in albergo, stavolta per la strada costiera.
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