Domenica 28 agosto 2005

Dopo tutta la pioggia di ieri, e con le previsioni che davano il sole, cosa poteva esserci alla mattina? Il nebiun, ovvio! Anzi, ad essere precisi, la nebbiolina delle 7 e 40 si è infittita fin verso le 8 e mezzo, salvo fortunatamente far splendere il sole un'ora dopo. Siamo così partiti in tarda mattinata con una bella giornata, dirigendoci verso Aix-en-Provence dove siamo arrivati intorno a mezzogiorno.

Forse è meglio specificare che siamo arrivati alla periferia di Aix. Visto che il comune ha deciso che doveva migliorare l'accesso al centro, ha infatti chiuso le strade di accesso più semplici, e ha messo alcuni cartelli di deviazione che ci hanno portato a passare per improbabili viuzze. Anna è convinta che sia tutta una sinergia, visto che c'erano dei nuovi palazzi che probabilmente non erano stati venduti tutti e che avrebbero avuto tutto da guadagnarci se qualcuno passando si fosse interessato a un appartamento. Per complicare le cose, a un certo punto i segnali sono spariti e ci siamo trovati assolutamente senza un'idea di dove andare. Per puro colpo di fortuna abbiamo trovato un posto, addirittura all'ombra, a due passi da Place De Gaulle, e abbiamo potuto fare un rapido giro della città, oltre che prenderci un panino da mangiare.

Sul corso principale, Cours Mirabeau, c'era un mercatino delle pulci, anzi un "brocante" come lo chiamano da queste parti. Il brocante sembra essere l'attività di svago principale per le famiglie francesi, a giudicare dai cartelli che pubblicizzano i vari paesi dove man mano si tengono: ma c'è anche chi non disdegna di avere il suo nagozio, o forse sarebbe meglio dire magazzino, fisso. Da noi un rigattiere viene considerato molto in basso nella scala sociale: qui sembra invece un cittadino a pieno diritto del grande mondo del commercio. Paese che vai... Ad ogni modo la roba in esposizione non mi pareva proprio chissa che. La città sarà poi anche una vivace sede universitaria: ma vuoi perché era ora di pranzo della domenica e quindi ad esempio non abbiamo potuto visitare l'interno della cattedrale, vuoi perché molti negozi erano comunque chiusi per ferie, non è che mi sia poi piaciuta così tanto. Vabbè, tanto non ci abbiamo passato così tanto tempo.

Abbiamo quindi ripreso la strada per Porquerolles. Naturalmente il problema di uscire dalla città è stato uguale e inverso a quello di entrare, mancando nell'intrico di viuzze una qualunque indicazione stradale. A questo punto ho sfruttato il navigatore satellitare, che per quanto tarpato all'estero conosce almeno le autostrade, e soprattutto mi dà la direzione in cui stiamo viaggiando. In questo modo siamo riusciti senza troppe diversioni a trovare l'autostrada, che ci siamo così presi nonostante il solito stillicidio di caselli. Tra l'altro, non ho capito come ma a Tolone abbiamo dovuto attraversare la città, passando anche a fianco di torri di abitazioni che ricordavano molto quelle di Gratosoglio. C'erano anche delle indicazioni per la città vecchia: se è urfida come la nuova, poveri tolonesi...

Numerosi caselli dopo, siamo alla fine giunti in fondo alla penisola di Giens dove si deve lasciare l'auto, visto che non la si può portare nell'isola. I parcheggi ovviamente sono tutti a pagamento, 6 euro al giorno; solo che non ho capito bene perché bisogna pagare anticipatamente, nemmeno fosse una zona disco, e perché ci abbiano dato un pacchetto di bigliettini dove solo l'ultimo aveva indicato la data di uscita. Se qualcuno volesse provare il parcheggio a sinistra, magari mi potrà dire se è meglio del nostro che era a destra; o forse è meglio ancora lasciare la macchina a Hyères e prendere il bus per l'Imbarcadero. Anche il biglietto del traghetto non scherza: 9 euro solo andata e 15 andata e ritorno - sì, ha senso la sola andata, perché magari qualcuno torna in barca. Con la nostra solita fortuna siamo arrivati che il traghetto partiva, e quindi abbiamo dovuto attendere un'ora per la corsa successiva: anche considerando il tempo per tirare fuori le valigie e ricompattare le cose che ci saremmo portati dietro nell'isola da buoni emigranti, siamo ancora rimasti un bel po' ad attendere al sole, con il sottoscritto preoccupato perché l'albergo dove avremmo passato i giorni da mercoledì a sabato non accetta carte di credito, io non avevo piu contanti perché il mio bancomat non permette di prelevare dall'estero e Anna non aveva pensato che mentre eravamo ad Aix avrebbe dovuto prelevare.

Il traghetto ci ha messo poco più di un quarto d'ora per portarci all'isola, dove abbiamo visto che il villaggio ha quattro vie in tutto, e quindi non è stato poi così difficile trovare l'hotel les Mèdes dove avremmo passato i primi tre giorni nell'isola. Tra l'altro, abbiamo anche visto lo sportello bancario con relativo bancomat, Gott sei gedankt! La stanza era abbastanza grande, anche se purtroppo dà sulla via, con un letto a tre piazze francesi che sono sempre più di due piazze standard. Inoltre ha anche il bonus di una cucinotta, il che ci può permettere ad esempio di farci noi la colazione (previa la mia uscita a comprare il pane la mattina, claro que si).

Dato che era ancora relativamente presto e che era una bella giornata, Anna ha proposto di andare alla Plage d'Argent, chiamata così per la sua sabbia chiarissima. Non avendo io nessuna scusa pronta, siamo usciti. Peccato che proprio in quel momento una nuvola abbia coperto il sole, e non se ne sia andata fino al momento in cui poi abbiamo deciso di ritornarcene in albergo, anche perché il vento era piuttosto teso e freddino. Anna ha commentato che io sono il re della nuvola, basta che mi concentri un attimo e subito queste arrivano a farmi corte. La spiaggia era indubbiamente con una bella sabbia argentata: peccato però che la battigia fosse strapiena di alghe, probabilmente portate chissà quanti giorni fa da una mareggiata. L'effetto pratico è risultato piuttosto rovinato.

Le prime impressioni sono state che il posto sia pieno di italiani, secondo me il trenta per cento del totale. Che tristezza, dopo la tranquillità dell'Alta Provenza! Anche il concetto di "isola senz'auto" è da rivedere alquanto. A parte i pompieri con il loro buon numero di autopompe, ci sono sicuramente quelli dell'albergo Le Mas du Langoustier che continuano ad andare su e giù con un pulmino, se non ne hanno addirittura due; ho visto un camioncino di uno dei produttori di vino dell'isola, e altre auto parcheggiate qua e là. In compenso è vero che è pieno di bici, anzi VTT (velo tout terrain o qualcosa del genere, insomma le mountain bike). Te le noleggiano ovunque, dai 10 ai 12 euro per un giorno, e la gente ci sale su allegra, senza naturalmente sapere come si viaggia in sicurezza sullo sterrato.

Abbiamo cenato al Restaurant La Calanque, che ci ispirava ed era comunque pieno. Bisogna però dire che Anna non è stata bene la notte, il che potrebbe non andare a favore della freschezza del pesce servito. Io avevo un altro piatto, e ho dormito che era un piacere.


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