Sabato 30 agosto, h 9

L'hotel Themis è effettivamente una specie di campo di concentramento greco per turisti, in stile riminese. Orari rigorosamente da rispettare: colazione 8-10, pranzo 12-14, cena 19-21. Alle 8 tutti ordinatamente giù nella sala colazione per ingurgitare della robaccia che definire cibo è una certa qual esagerazione. Attenzione, però! non è che si possa scegliere un qualunque posto, visto che i tavoli sono riservati a una specifica stanza. Alle 8:30 in punto inizia la musichetta greca, e sono certo che alle 10 in punto i simpatici animatori sono pronti a fare divertire i graditi ospiti con divertenti giochi. Non parliamo poi degli extra: ho letto il programma della serata cretese, naturalmente in crucco, e sono stato molto felice di non essere costretto a parteciparci. "Tutti sulla spiaggia a mangiare salsicce alla greca! E poi una bellissima Tombola!"

h 10:40

La scena della partenza alla Malpensa non è stato nulla, in confronto a quanto abbiamo trovato qui a Heraklion. C'è questo stanzone con i banchi del check-in, nessuna transenna per dividere i vari sportelli, e un'orda di turisti principalmente italiani e tedeschi a riempire letteralmente tutto lo spazio. Quando hanno annunciato il banco per il nostro volo - ben dopo le due ore di anticipo richieste! - abbiamo fatto l'errore di tenere il carrello, così Anna è volata abbastanza avanti, e io mi sono stupidamente bloccato, tra i polacchi che non si sa come erano al banco 3 al posto nostro, e la famiglia milanese davanti a me che non aveva capito un tubo ed era convinta di essere sulla fila giusta perchè ha letto "Malpensa" senza accorgersi che quello era il volo precedente. Alla fine mi sono stufato, ho mollato il carrello là in mezzo, mi sono preso zaino e tre valigie e ho rotto le palle ad almeno dieci persone per attraversare la fila degli altri due sportelli e arrivare al mio. A parte gli insulti che ho ricevuto, perlomeno siamo riusciti a riprenderci gli ultimi posti sulle corsie di emergenza. Quando Anna glieli ha chiesti alla tipa del tour operator che faceva presumibilmente da chioccia ai charteristi, questa ha fatto una faccia scocciata, poi si è girata verso di me, ha alzato molto la testa, e infine ha detto "va bene, provo a chiedere".

La carta d'imbarco è tutto meno che elettronica, un pezzettino di carta con il numero del volo timbrato sopra, e uno sticker col numero del posto. Niente nome scritto. Sicurezza innanzitutto; ma quando mai? La parte interna comprende un duty free più o meno standard, e un baretto: niente cartoline, così ho una scusa buona per non spedirle.

Quello che non mi mancava era il chiacchiericcio dei milanesi di ritorno. Ho sentito uno dire "ah, tutto bello, la gita a Santorini, l'hotel... ma non c'era proprio animazione!" L'aria era un po' schifata, inutile dirlo. A ognuno il suo...

h 14:25

Questa volta l'applauso all'atterraggio c'è stato prima che le ruote toccassero terra: il nostro simpatico pubblico si era convinto che l'aereo era già per terra. Dopo un quarto d'ora per aspettare che un pulmino si degnasse di venire a prenderci, siamo andati alla caccia dei bagagli. Subito ne sono arrivati un po', ma la maggior parte delle persone, noi compresi, abbiamo dovuto attendere tre quarti d'ora prima che il grosso venisse messo sul nastro trasportatore. Non ho ben capito se avevano un solo camioncino per fare la spola con l'aereo.

Il Malpensa Shuttle è arrivato con una decina di minuti di ritardo, o di anticipo se si preferisce, ed era pieno. Fortuna che siamo riusciti a salire, anche se mi verrebbe voglia di spaccare il telefonino della tipa brasiliana dietro di me, o perlomeno togliere una ventina di decibel alla sua voce. Già il fatto che la sua suoneria faccia Nella vecchia fattoria la dice lunga.

h 15:10

Casa!!!


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