Il programma odierno prevedeva una gita a Monì Preveli, monastero situato parecchio a ovest, sempre sulla costa sud... ma questo significa poco, visto che come ho già detto il concetto di "litoranea" non è ancora entrato nel mondo cretese, che ritiene utile solamente quello di "strada a mezza costa".
La partenza è stata come al solito tardi, alle 10:50: il tutto preceduto dal dover spiegare a Eléna che il condizionatore era rimasto acceso, il telecomando fisso però non funzionava più, e quindi occorreva provare il buon vecchio sistema informatico spegni-e-riaccendi per rimetterlo in sesto. Ma ormai sono un esperto comunicatore!
Il viaggio è stato relativamente tranquillo, ma assai lungo. I 110 chilometri sono stati percorsi infatti in due ore e 20, che non è effettivamente un ritmo eccessivo. D'altra parte, anche la strada nazionale non è che sia un'autostrada, e se ne va su e giù tra le montagne. A un certo punto c'è anche una deviazione - sarà franata? - che si inerpica... a mezza costa. Tra l'altro, posso aggiungere che a Mires esiste una Coop: almeno il logo sembrava proprio lo stesso nostrano.
Ad ogni modo, siamo arrivati al monastero in tempo perché ci facessero notare che in un quarto d'ora sarebbe stato chiuso per il riposo di metà giornata, al che noi abbiamo detto "va bene, passiamo dopo", siamo scesi al parcheggio inferiore (un euro e mezzo, "tutto dedicato al restauro e conservazione del monastero"), e siamo scesi... a Palm Beach. No, non è uno scherzo di qualche americano. In effetti c'è una spiaggia e ci sono delle palme. La spiaggia è alla foce del fiume Megalopotamos, letteralmente "il grande fiume": in effetti, almeno per gli standard cretesi, il fiume è davvero grande, nel senso che non solo ha dell'acqua ma ci si poteva persino muovere in motoscafo, almeno lì vicino alla foce. In realtà il fiume non si immette direttamente, ma forma una specie di polla che occorre guadare, dopo essere scesi per un quarto d'ora sul sentiero a scalini che parte dal parcheggio e si fa un centinaio buono di metri di dislivello. Chi non vuole pagare, può scendere più in basso e trova una strada sterrata che lo porta alla spiaggia vicina: da lì ci va qualche minuto a piedi. Chi ama l'acqua, può infine arrivare via mare: c'erano alcune barche che fanno da servizio passeggeri.
La spiaggia sarebbe stata davvero bella, se non fosse stata sovraffollata, e piuttosto sporca sulla battigia. Da notare l'elevata presenza di greci, non so se attirati dal monastero o dal baretto compreso di sdraio all'ombra delle palme. Più interessante andare in acqua: questa era fredda sopra e più calda sotto, non essendosi ancora mischiate l'acqua del fiume e quella marina. Si poteva persino vedere controluce la superficie di contatto!
Passato il pomeriggio in ozio, siamo tornati a vedere finalmente il monastero, passando nuovamente per un memoriale della battaglia di Creta dove un soldato britannico e un pope col fucile sono lì fianco a fianco. L'accesso al monastero costa 2 euro e mezzo (sempre per restauro e conservazione blah blah), e bisogna entrare vestiti decentemente: per sicurezza, ci eravamo portati dietro maglie a maniche lunghe e per me un paio di pantaloni lunghi, ma il nostro abbigliamento standard è stato ritenuto sufficiente. Ma non ci saremmo comunque dovuti preoccupare: come avevo celiato mentre salivamo, il ragazzo che faceva da bigliettaio aveva una cestona di parei e gonne per coprire gli svergognati...
Il monastero di per sé non è un gran che: c'è una parte più antica, dove tra l'altro ci sono le celle dei monaci, e una più moderna, fatta anche grazie ai fondi raccolti da un reduce australiano che era stato salvato dai monaci. Anche il piccolo museo all'interno del monastero contiene, oltre ad arredi e paramenti sacri, un po' di armi. Bisogna dire che i pensieri sacri hanno un'ampiezza maggiore di quanto ci si aspetti... Mi sono stupito di vedere un dipinto del 1903 in stile quasi turco, e ho notato, a parte il modo in cui sono raffigurati i visi, una similitudine più marcata di quanto credessi tra i loro dipinti e la nostra scuola tardomedievale. Dovrei andare a caccia di dati.
Per strada, al ritorno ci siamo fermati un attimo ad ammirare le Kourtaliotiko Faragi, che sarebbe una gola molto stretta sulla strada che porta al monastero. Ci sono anche delle scale che portano fino a giù, dove tanto non c'è acqua (e allora da dove la prende il Megalopotomas? Boh. Io voto per fenomeni carsici), ma era tardi e abbiamo evitato.
Invece ci siamo fermati un attimo a Spili, paesotto di montagna che ha compreso il vantaggio della sua posizione ed è infatti un pullulare di negozietti che vendono soprattutto tappetini. Anna ne trovava uno carino, ma quando ha visto l'etichetta "100% cotone - prodotto importato" ha lasciato perdere. La caratteristica principale di Spili è però la sua fontana con 19 bocche di leone in stile indubbiamente veneziano, che buttano l'acqua del monte Ida e delle quali ci siamo riempiti due bottiglie, perché anche se non sarà vero quanto dice la guida, e cioè che quella è la migliore acqua del sud dell'isola, era comunque davvero buona!
Il monastero ; la spiaggia ; il fiume ; la fontana di Spili .
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