El mundo era tan reciente que muchas cosas
carecian de nombre, y para mencionarlas
habia que senalarlas con el dedo.
In Italia, la parola "hacker" è generalmente associata all'immagine di ragazzini che come nel film "Wargames" si inseriscono nei calcolatori dell'esercito, delle banche o delle grandi società per distruggere i dati contenuti oppure modificarli a proprio piacimento. Questo non è affatto vero: per la sparuta minoranza di "letterati del calcolatore" esistenti nel nostro Paese, e che usa i calcolatori in maniera non completamente passiva, il significato di quella parola è diversissimo, e non può certo essere spiegato in poche righe. (Beh, io ci ho tentato, comunque, come potete vedere...)
Anche negli Stati Uniti il problema è sempre stato sentito: in coerenza col "vero" significato del termine, che tra le tante caratteristiche ha anche quella di volere contribuire il più possibile a diffondere l'informazione, esiste un gigantesco file (più di un megabyte, l'equivalente di 250 fogli dattiloscritti fitti) sotto forma di vocabolario dove sono raccolti tutti i termini gergali nati in tale ambiente. Tra le righe del testo, si può capire quale sia veramente la cultura hackeristica. Il file in questione (The Jargon File) esiste anche in forma stampata; la terza edizione, pubblicata nel 1996, si intitola per l'appunto The New Hacker's Dictionary ed è stata pubblicata per i tipi della MIT Press (ISBN 0-262-68092-0, autore Eric S. Raymond).
Ma pure noi italiani abbiamo creato nel nostro piccolo un insieme di voci di natura "informatica" che non si trovano nei dizionari, o esistono con un significato completamente diverso da quello utilizzato in questo contesto. Ci sono prestiti di peso dall'inglese, calchi dall'inglese più o meno traslitterati con improbabili cluster consonantici, ma certe volte queste voci hanno pieno diritto di cittadinanza nel lessico della nostra lingua. Questo testo vuole appunto essere una raccolta il più possibile completa di tali termini, consultabili sotto forma di dizionario ipertestuale; l'idea è nata nel lontano 1993 quando in Italia telematica voleva dire principalmente BBS Fidonet, e molte voci rispecchiano quegli inizi. Ormai, naturalmente, i termini presi da Internet sono la maggior parte; ma sono anche descritti molti termini più genericamente informatici o addirittura ingegneristici (purtroppo...).
Nella scelta dei termini, ho cercato il più possibile di evitare parole prese di peso dall'inglese - e che a volte fanno persino male alle orecchie - per dare spazio alle parole più italiane: questo non per sciovinismo ma come espressione più vivace dell'inventiva presente anche da noi. Non che una parola che sembra a prima vista inglese doc debba davvero esserlo: ci sono in realtà casi in cui il termine è stato creato per scherzo in Italia, e sarebbe incomprensibile ad un anglista, come ad esempio "vampiration".
Naturalmente quest'opera è per sua natura un work in progress. D'accordo, è rimasta per cinque anni in naftalina, ma forse è arrivato il momento di farla rivivere un po', anche se per il momento in maniera abbastanza virtuale facendo solo degli aggiornamenti. Ritengo comunque che il lavoro abbia una dimensione sufficiente per essere da una parte utile e dall'altra piacevole a leggersi, anche se indubbiamente un po' datato. Chiunque si trovi perciò sul monitor questo file e gradirebbe fare delle aggiunte o modifiche è invitato a darmene notizia (debitamente segnalata!) affinché il testo possa venire aggiornato. Spero non debba essere opportuno ricordare che, nelle migliori tradizioni della rete che ormai si stanno purtroppo perdendo, questo testo è freeware: è possibile pertanto riprodurlo liberamente in tutto o in parte, purché non a fini di lucro, e citandone sempre la fonte e l'autore, In fin dei conti, non mi hanno mica pagato per scriverlo!
Non è forse inutile affermare invece che quest'opera non è completamente seria, a differenza delle decine di pubblicazioni che sono comparse negli ultimi anni. Certe "definizioni" sono da prendersi con le molle, nel solco del "Devil's Dictionary" di Ambroise Bierce. Ma il tutto non è nemmeno classificabile come una pura perdita di tempo, anche se il tono di molte definizioni è scherzoso. I termini qui presenti sono tutti effettivamente usati: questo "gergo" può insomma essere preso come una fotografia dell'esistente, condito da un minimo di sano umorismo. Spero che questa combinazione possa dare un'idea "dal di dentro" del mondo telematico.
Il Gergo si può anche scaricare in un unico file, in versione
tar.gz, oppure
zip
Ho usato un HTML abbastanza standard, con l'unico tocco di "stile" dato
dal CSS. Spero che la cosa piaccia, anche se non ci sono grandi effetti
speciali: semplicità innanzitutto!
La versione 1.92 che state leggendo ora è stata rilasciata il 20 maggio 2003. Avete suggerimenti per la 2.0? scrivetemi!
Compilazione © 1993-2003 Maurizio Codogno
Alcune voci sono liberamente adattate dal "Jargon File" v.
4.0.0 e precedenti, a cura di Eric S. Raymond.
Questo testo può essere riprodotto in tutto o in
parte, purché non a fini di lucro, e citandone la fonte.