Non è che si possa essere sempre fortunati. Stamattina il cielo è quasi completamente coperto: ogni tanto il sole tenta di fare capolino, ma i risultati non sono esattamente eccitanti. Il problema è che il vento in compenso non è affatto cessato: se da un lato questo significa che c'è una qualche speranza di un cambiamento nelle condizioni meteorologiche, dall'altra fa oggettivamente frescolino.
All'ora di colazione gli animatori sembrano girare a vuoto: o non se lo aspettavano, o stanno disperatamente pensando cosa far fare a un qualche centinaio di persone che non potendo starsene in panciolle a prendere il sole si rivolgeranno alle persone preposte, vale a dire loro. E gli va ancora bene; oggi infatti è giorno di partenza, quindi molti ospiti del villaggio sono a farsi le valigie o comunque restano poco interessati alle animazioni. Anna ed io possiamo anche fare a meno di loro, ma il problema di che cosa fare ci resta. Così abbiamp beccato il maitre-d' che stava passando nella piazzetta interna, e gli abbiamo chiesto quali erano i mezzi di trasporto per raggiungere Espargos. La risposta è stata "beh, ci sono i taxi con cui il viaggio costa sui sette euro, e poi i pulmini collettivi, che partono quando raggiungono abbastanza gente ma sono molto più convenienti, perché vengono un euro a testa". Per chi si chiedesse come mai le tariffe sono in euro e non in escudos capoverdiani, la risposta è banale: i locali accettano amabilmente la moneta forte, con un guadagno di cambio del 10%. Infatti un euro vale circa 110 escudos, ma il rapporto pratico è uno a cento. Ma d'altra parte la moneta non è convertibile, quindi tanto vale perdere qualche centesimo così.
Seguendo le istruzioni, siamo arrivati nella piazza di Santa Maria e abbiamo in effetti trovato un pulmino più o meno sgangherato sul quale siamo saliti dopo esserci sincerati del prezzo. Abbiamo aspettato qualche minuto che arrivasse qualche altra persona e poi siamo partiti... in direzione opposta! No, non avevamo sbagliato mezzo; semplicemente, sembra che l'idea sia di recuperare possibili viaggiatori con un percorso porta a porta. Quando si dice "attenzione al cliente...". Arrivati ad Espargos, abbiamo girato per una ventina di minuti e deciso che avevamo visto tutto il vedibile, o comunque quello che pensavamo ci fosse nel capoluogo - che ha un palazzo comunale fatto molto bene, tra l'altro. Così ci siamo diretti ai taxi collettivi, e ci siamo ripresi lo stesso pulmino di prima, che ha nuovamente fatto un giro per il paese per recuperare, stavolta senza risultato, viaggiatori. Insieme a noi c'era un po' di gente, tra cui due ragazzine che immagino tornassero a casa dal liceo locale: erano entrambe in divisa, e una si stava ascoltando amabilmente un po' di musica dal suo lettore MP3, in dura lotta con la musica che usciva dalla radio del pulmino. Nel viaggio di ritorno, mi è piaciuta la scritta dipinta sul muro dell'aeroporto militare, e che ricordava il XXX anniversario dell'indipendenza avvenuta il 5 luglio 1975. Solo che il numero era scritto "XX X", e si vedeva che era stata cancellata una I, oltre che correggere la data dell'anniversario dal 2004 al 2005. Guardando ancora più attentamente, sotto la I c'era una V... chissà da quanto tempo stanno riciclando la scritta!
Tornati al villaggio, la giornata si era rimessa al bello, giusto non appena terminata l'eclisse di sole che ci sarebbe dovuta essere nella mattina, anche se forse saremmo stati troppo ad ovest per vederla in ogni caso. Il pomeriggio ce lo siamo così passati nella parte interna del villaggio, a prendere un po' di sole e cercare di sfuggire agli animatori che poverini cercavano sempre volontari per le loro varie iniziative. Ma si sa che la mia religione mi vieta queste cose...
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