mercoledì 8 agosto 2007

Stanotte si è alzato il vento: abbastanza sul tardi per non potergli dare la colpa della mia difficoltà ad addormentarmi, ma sicuramente troppo presto per il resto della nottata. Nonostante le previsioni continuassero a dare cielo sereno, non era proprio così: il lato della montagna era infatti tutto rannuvolato. Il giro in barca delle grotte è stato rimandato: i sub sono usciti lo stesso, mentre per gli altri si prospettava un giro verso il castello, a scelta in barca o a piedi. Inutile dire qual è stata la mia scelta, seguito da tutto il gruppetto con Paolo estremamente felice perché il Giuseppe Taxi gli aveva comunicato che la sua valigia era finalmente arrivata a Palermo - giusto prima delle 48 ore dopo le quali avrebbe avuto dirito a un rimborso - e in giornata sarebbe sbarcata a Marettimo con l'aliscafo.

Prima di iniziare il giro, Marina e Paolo si sono comprati una mappa dell'isola al "museo del mare", come viene denominata una stanzetta piena diritagli di giornali e altri reperti non meglio identificati. A dire il vero, non è che una mappa sia così necessaria: i sentieri sono bene indicati, e perdersi si direbbe abbastanza difficile. Il sentiero che porta a punta Troia, ai piedi del castello, è tranquillamente percorribile con le Birkenstock, anche se in alcuni punti è piuttosto bruttino: così a prima vista si direbbe che non è che sia tenuto molto bene, tanto che in molti punti si vedono spuntare da terra dei tubi, due rossi corrugati che potrebbero essere per la corrente e uno di gomma nera che avrei detto essere una conduttura dell'acqua se non fosse che di acqua non se n'è vista.

La camminata ha creato due gruppetti, col nostro terzetto e Raffaella che è giunto a Punta Troia con una ventina di minuti di anticipo rispetto agli altri camminatori, anche se comunque in un buon ritardo su chi ha preferito andarsene per via d'acqua. L'altra fregatura si è vista sulla spiaggetta, che era piccola - e fin qui passi; piena di gente - e questo era un banale corollario del fatto che le barche portavano tutti là; ma soprattutto sporca, tra i pacchi di alghe secche e la rumenta vera e propria, forse portata dal gioco delle correnti ma comunque ben poco piacevole. Ad ogni modo eravamo lì, e non è che si potesse fare più di tanto.

Alle 13 è arrivata la barchetta che recuperava gli altri per pranzo, ma visto che sapevo che il pranzo consisteva in un minestrone e poi mi era stato spiegato che sarei dovuto ritornare a nuoto, ho salutato amabilmente e mi sono accontentato delle magre vivande che mi ero portato con me, dividendole con Marina che condivide il mio "amore" per le minestre. Anna invece è andata sulla barca, e dopo un po' l'abbiamo vista rientrare nuotando parecchio a zigzag. No, non era effetto del minestrone innaffiato da generose dosi di buon vino; molto più prosaicamente, le meduse continuavano a infestare l'acqua, tanto che Marina per farsi una nuotata, e già che c'era lasciare in barca una delle due coppie di pinne che le fanciulle si erano portate dietro, ha pensato bene di mettersi tutta la muta per sicurezza.

Finiti i giri natatori altrui, noi tre siamo saliti al castello: la salita assolutamente agevole, visto che il percorso è sì ripido, ma tutto lastricato. Il guaio è che arrivati ai piedi del castello (normanno, per chi fosse curioso) ci siamo trovati davanti un bel cartello che diceva "Comune di Favignana - Divieto di accesso - Pericolo di crolli". Non che si vedessero chissà quali muri pericolanti, e di per sé il cancello era anche semiaperto; abbiamo però lasciato perdere e ci siamo limitati ad ammirare il panorama dall'alto, per poi tornarcene a buon passo verso il paese, rispettando alla perfezione la tabella di marcia uffuciale che prevede un'ora e dieci minuti di percorrenza da Punta Troia. Devo però ammettere che la stanchezza iniziava a farsi sentire sul serio: si vede che non ho il fisico.

Tornati a casa, ci siamo trovati uno stendibiancheria tutto per noi. In effetti, come avevo scritto, l'arredamento dell'appartamento era davvero spartano, probabilmente perché non era ancora stato completato e non si aspettavano di affittarlo già adesso: così ad esempio ieri ci siamo visti mettere i tappetini in bagno. Ieri sera, però, dovevamo asciugare i costumi e Anna ha pensato bene di sfruttare il filo steso di un'altra casa con cui condividiamo un cortiletto interno; era occorsa qualche capacità da equilibrista, ma il risultato era stato soddisfacente... o quasi, visto il rapido aggiornamento della dotazione di casa. Ci siamo anche ritrovati un armadio in più, e soprattutto un coltello, che effettivamente ha una sua certa utilità.

Dopo un rapidissimo aperitivo, siamo andati a cena in anticipo, alle 20, per il "primo turno" della cucina "la terrazza di Ignazio": il menu consisteva in olive e formaggio, pasta alla bottarga e calamari impanati. La successiva sosta al caffè mi ha fatto sentire davvero fuori dal mondo, quando ho scoperto che lo "zinco-piombo" (il giochino stupido che facevo da bambino per imitare lo sferragliare di un treno) era ignoto a tutti tranne Paolo che in effetti ha due anni più di me. Ma bastano già cinque anni di differenza perché si sia perso del tutto? Urge ricerca in rete.


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