Quando faccio lezione di metodologia degli studi clinici agli specializzandi (che hanno una cultura media simile ai gemelli di Codogno) Faccio un esempio del tipo: Per valutare l’efficacia di terapie antitumorali si randomizza una coorte a due tipi di cure, ad esempio chirurgia demolitiva o chemio. E si osserva l’outcome “sopravvivenza” o “sopravvivenza libera da malattia” dopo un certo lasso di tempo. Dopo quanto? Quasi cetramente, dopo due settimane, il gruppo operato avrà esito peggiore (una certa mortalità operatoria, complicanze precoci…) magari dopo un anno le curve si incrociano e dal secondo anno il gruppo operato va meglio di quello che ha fatto la chemioterapia… A questo punto chiedo: dopo quanto tempo è meglio “fare i conti?”. C’è sempre chi dice “più in là possibile”. Il che, oltre alla difficoltà tecnica, al costo, ai fattori confondenti che sopraggiungono, è proprio sbagliato. Tanto,,,”prima o poi muoriamo tutti” CVD